La Lettura, 17 marzo 2019
L’algoritmo ha un problema con i volti asiatici
Affrontare lo sviluppo tecnologico con un atteggiamento responsabile, senza dimenticare le conseguenze sociali che l’innovazione porta con sé. Da queste premesse nasce Etica per la tecnologia, il nuovo corso del Politecnico di Milano – il primo in Italia – rivolto agli studenti di Ingegneria di sei specializzazioni, partito nel 2019 in occasione dell’inizio del secondo semestre. Le lezioni mescolano discipline umanistiche e studi scientifici e prevedono il raggiungimento di 5 crediti formativi. Il corso, coordinato dal sociologo Paolo Volonté e tenuto dal ricercatore Daniele Chiffi, mostra agli studenti alcuni casi simbolo del cattivo impatto della tecnologia sull’uomo. Per esempio, l’algoritmo alla base di una fotocamera che utilizza il riconoscimento facciale non distingue i tratti dei volti asiatici, scambiandoli per persone che strizzano gli occhi. Un problema simile si ripropone con le persone di colore, i cui volti non vengono riconosciuti da dispositivi dello stesso genere. «Ciò succede – spiega Volonté – perché gli algoritmi sono sviluppati nella Silicon Valley da ingegneri bianchi, che usano come modelli per i loro software fotografie di persone simili a loro. Non sempre lo sviluppo digitale coincide con il miglioramento e il progresso della società in cui viviamo. Ciò che vogliamo insegnare ai nostri studenti, futuri ingegneri, è riflettere sulle conseguenze del loro lavoro sulla vita delle persone. Per questo è necessario che insieme alla formazione “tecnica” apprendano concetti legati alla filosofia e alla sociologia. Il nostro scopo è formare uomini e donne consapevoli».