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 2019  marzo 16 Sabato calendario

La rapacità dei direttori d’orchestra

Prosegue la saga dell’intemperante Daniel Barenboim all’Opera di Berlino, con scenari da guerra di successione. Si sa che poche settimane fa alcuni membri della Staatsakapelle, orchestra del massimo teatro lirico della capitale tedesca, hanno denunciato alla stampa il loro leader. Mobbing esercitato dal podio, musicisti caduti in depressione, umiliazioni inferte dal despota ai disobbedienti o agli stonati, sue aggressioni fisiche agli strumentisti. Pur ammettendo di non essere un santo, Barenboim ha rigettato le accuse ipotizzando una strategia mirata a evitare il rinnovo del suo mandato, che scade nel 2022. E mentre si ventila il nome del successore, Franz Welser-Möst, Barenboim sta discutendo l’estensione del suo contratto col responsabile alla cultura del Land di Berlino Klaus Lederer. Inviperito, il maestro si chiede: “Come mai le accuse mi piombano addosso solo ora?”. È convinto che una macchina del fango voglia impedirgli di mantenere la posizione: dal 1992 è alla guida della Staatsakapelle con enormi successi, e in questo ruolo ha ottenuto un trattamento finanziario senza confronti in una città costellata da importanti istituzioni musicali. I vantaggi riguardano sia lui sia gli orchestrali, il che spiegherebbe perché nessuno, finora, abbia protestato per i suoi modi. Che l’aggressività sia parte del mestiere? In Germania c’è chi si domanda se l’eccellenza musicale giustifichi comportamenti bulli. Certo la tradizione dittatoriale del capo di un’orchestra, stigmatizzata da Adorno, contempla molti esempi di tiranni. Il più celebre è Toscanini, che verso gli orchestrali lanciava epiteti quali “cane” o “cagnaccio”. Irascibili erano anche Karajan, Walter e Bernstein, e altri han fatto peggio che insultare: sembra che il vecchio Karl Böhm consumasse sonnellini sul podio durante le esecuzioni dell’orchestra. L’alone rovente che circonda i maestri si dilata ai gossip sulla loro rapacità sessuale: Klemperer fu aggredito sul podio da un marito geloso, Nikisch era uno spudorato sporcaccione e si favoleggia che Furtwängler facesse l’amore con una donna diversa prima di ogni concerto.