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 2019  marzo 16 Sabato calendario

Gerry Scotti aiuta un ragazzo al quiz e scoppia in lacrime

Giovedì sera, ultimo speciale per il ventennale di «Chi vuol essere milionario?» storico quiz di Canale 5 condotto da Gerry Scotti. Che si è commosso: non per la ricorrenza, ma per aver dato la risposta giusta. Sì, proprio lui, il re dei conduttori del quiz, è caduto nella rete dell’emozione, provando così per una volta a stare dall’altra parte. 
Il gioco prevede che il concorrente debba rispondere a 15 domande per raggiungere il traguardo del milione di euro, ma può avvalersi di qualche aiuto, tra cui il «Chiedilo a Gerry». Così Scotti è andato in soccorso di Luca. E dopo tanta tensione accumulata, ecco comparire le lacrime. La domanda in causa era: «“Nunc et in hora mortis nostrae. Amen. La recita quotidiana del Rosario era finita”: è l’incipit di quale famoso romanzo?». Luca si era orientato sulla risposta C (Il nome della rosa): le altre opzioni erano I Malavoglia, Il Gattopardo e Angeli e Demoni. Gerry invece, dopo lunga riflessione, ha indirizzato il concorrente verso la risposta B (Il Gattopardo), quella esatta. 
Racconta: «Io ho fatto 1.500 puntate del quiz, ma da quando ho la possibilità di aiutare il concorrente nella risposta, sento molto questa responsabilità. Mi sono sempre capitate domandine facili, questa era difficile, ho fatto fatica. Non sono Inardi e non conosco l’incipit di tutti i romanzi più famosi. In questo caso mi ha aiutato Burt Lancaster: non ho dato la risposta sulla base del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ma sul film di Visconti, che ho rivisto quest’estate in tv. Insomma mi sono commosso: quel ragazzo, davanti a me, aveva l’età di mio figlio, temevo di farlo sbagliare, c’erano lì tutti i suoi parenti, lui aveva bisogno di soldi». 
Gerry lei è rimasto lo stesso di 20-30 anni fa, stessa spontaneità, ma il quiz è cambiato in questi anni? «Il concorrente modello è sotto i 30 anni. I più bravi sono giovanissimi». 
L’emozione della risposta esatta però è rimasta la stessa di 50 anni fa: «È vero. La tecnologia non ha snaturato la magia del gioco. E chi lo guarda da casa vive la stessa emozione di un tempo. Il risultato più importante di questa celebrazione per me resta quello di far riunire le famiglie e gli amici, come ai tempi di Mike. Gli ascolti sono diversi, ma sapere che 3 milioni di persone restano li inchiodate è davvero una bella soddisfazione».