La Stampa, 16 marzo 2019
La prima missione spaziale tutta al femminile
Lo spazio ha il volto di donna, o meglio di quelle donne che saranno le grandi protagoniste delle prossime missioni in orbita. A partire dal 29 marzo giorno fissato per la prima passeggiata spaziale tutta al femminile, nel «cortile» della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Autrici dell’impresa saranno le astronaute Anne McClain e Christina Koch, le prime rappresentanti al femminile ad effettuare da sole una missione fuori dalla stazione spaziale. Sono state reclutate appunto per lavorare sulle batterie della stazione 35 anni dopo Svetlana Savitskaya, prima donna nella storia impegnata in una passeggiata nello spazio. Protagoniste quindi, ma non da sole, visto che a coadiuvarle e guidarle dalla Terra è una squadra tutta al femminile del Johnson Space Center di Houston, in Texas. Ma non è tutto perché potrebbe essere di una donna la prima impronta umana su Marte, e al femminile anche il ritorno sulla Luna. A suggerirlo è stato l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine, nel corso di un’intervista sul futuro dell’esplorazione spaziale col sito «ScienceFriday». «Non vediamo l’ora di vedere la prima donna sulla Luna», ha detto Bridenstine.
Un’ipotesi che l’agenzia spaziale americana sostiene con forza specie per il suo ritorno sulla Luna, a 50 anni dallo storico sbarco dei primi esseri umani con l’Apollo 11. L’obiettivo però è stavolta sbarcare sul «satellite» per restarci e, forse proprio per la natura ambiziosa del traguardo, si è pensato ad affidarlo ad astronaute. Del resto di donne in orbita ve ne sono state diverse nella corsa per la conquista dello spazio, laddove il primato è della Russia, o meglio dell’Unione Sovietica. La prima a volare è stata appunto la cosmonauta sovietica Valentina Tereškova, che nel giugno del 1963 ha compiuto 49 orbite terrestri in quasi tre giorni di missione. Gli Stati Uniti hanno dovuto invece attendere 20 anni prima di vedere la loro prima astronauta in azione. Si tratta di Sally Ride che nel 1983 ha compiuto il balzo in orbita con lo Space Shuttle. La prima italiana è Samantha Cristoforetti, che con la missione «Futura» del 2014-2015 sulla Iss durante la quale ha stabilito il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo, 199 giorni, superato nel 2017 dall’americana Peggy Whitson. La Nasa, con le agenzie spaziali di Europa, Canada, Giappone e Russia, e l’aiuto dei privati, costruirà una stazione spaziale in orbita attorno alla Luna. Si chiamerà Gateway, cioè porta d’accesso, un avamposto per compiere «un altro balzo in avanti. Su Marte». E a fare questo balzo potrebbe essere, appunto, una donna. Mentre a far loro da apripista sarà niente meno che un elicottero, il primo a volare su un pianeta diverso dalla Terra. Arriverà tra un anno su Marte con la missione della Nasa Mars 2020. Più simile a un drone ha un peso inferiore a due chili, mentre le sue eliche possono compiere 2.400 rotazioni al minuto, ovvero sono dieci volte più veloci di quelle di un elicottero. Il velivolo dovrà - ed è questo forse l’elemento di maggiore criticità - resistere alle fredde notti e alle violente tempeste del Pianeta Rosso.