il Giornale, 16 marzo 2019
Tre curiosità sulle segretarie
L’INVENZIONE Bette Nesbith Grahm era una bella signora nata a Dallas nel 1924. Nel ’54 la vita le chiede un conto piuttosto salato per l’epoca: è divorziata, ha un figlio che cresce da sola. Per fare quadrare i conti trova lavoro come segretaria in una banca di Dallas. Ma ha un problema: è una pessima dattilografa. Scrive e sbaglia. Sbaglia e scrive. Così nel frullatore di casa s’inventa una miscela con tempere bianche. Riempie il vasetto dello smalto per unghie e se lo nasconde in borsetta. Quando sbaglia, corregge. Lo chiama «Mistake out» «Via l’errore». Ben presto le colleghe si accorgono della piccola rivoluzione di quella segretaria. E cominciano ad arrivare i primi ordini. Nel 1958 lo ribattezza «Liquid paper» «Carta liquida» e da lì è un’escalation che la porterà nel 1979 a vendere la sua società alla Gillette per 47,5 milioni di dollari.
L’IDEA È un’idea decisamente vincente quella invece di un’altra storica segretaria: Germania Chiodi, a fianco di Bernardo Caprotti, patron di Esselunga per 45 anni. Si deve a lei l’invenzione del nome della «Fidaty card», quella tesserina verde o oro che ormai è nelle tasche di molti italiani.
IL LIBRO Mai senza tacco. Mai col tacco troppo alto. In mezzo c’è tutta una serie di equilibri sui quali Evita Paleari, assistente di direzione ci ha scritto diverse pagine. Si intitola «Per fare la segretaria devi avere le scarpe adatte» (ed Albatros). Qual è la scarpa adatta? «È fatta con la suola di fiducia in se stessi, che ti fa arrivare ovunque ma anche frenare in tempo prima di fare una cavolata galattica. La tomaia morbida che si adatta a ogni direttore. Il tacco giusto, che non ti fa sentire né troppo superba né troppo dimessa ed è supercolorata perchè bisogna usare anche un po’ di leggerezza. E da ultimo un cinturino o una perlina per ricordarmi... che non sono un robot».