Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  marzo 16 Sabato calendario

In Italia si dorme poco

Il riposo questo sconosciuto. Dormire sembra essere diventato un optional della vita quotidiana. Sempre meno ore, 7 quelle indicate come ottimali dall’Oms, sono dedicate ad un sano distacco dalla vita quotidiana. Sia da adulti che da adolescenti. E gli effetti, cominciano ad essere evidenti. Come dimostrano gli studi, sempre più numerosi, che vengono compiuti su campioni di persone che riposano poco e male. La Giornata mondiale del sonno (ieri) ha rivelato che in Italia oltre nove milioni di persone fanno a pugni con il sonno. 
Un variegato mondo che soffre di diversi disturbi: difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, apnee che ostacolano il respiro e obbligano ad alzarsi, movimenti continui delle gambe. Cuore e cervello gli organi bersaglio di questo mancato e sano riposo.
Dormire poco, per esempio, ci rende asociali e ci fa sentire soli. Meno inclini a stare con gli altri, generando, così, comportamenti che minano in modo importante le relazioni. «Le decadi passate – spiega Eti Ben Simon che ha guidato una ricerca all’università della California, a Berkeley, appena pubblica sulla rivista scientifica Nature – hanno visto un marcato aumento della solitudine ed una altrettanto drammatica riduzione delle ore di sonno. In condizioni di carenza di sonno diventiamo asociali e la solitudine si fa sentire». 
LE MINACCEOsservato alla risonanza, il cervello di chi dorme poco è risultato meno attivo nelle aree neuronali dell’empatia e più vivace in quelle che elaborano le cosiddette minacce sociali. Dormendo poco, dunque, ci piace meno avere relazioni e ci sentiamo spesso minacciati da chi ci è intorno. Uno stato d’animo che rischia di diventare cronico e invalidare in modo serio i nostri comportamenti. 
Anche il cuore sembra risentire in modo serio delle notti ad occhi aperti. Le persone che dormono continuativamente meno 5-6 ore e di giorni avvertono stanchezza e stato confusionale hanno un rischio malattie cardiovascolari maggiore rispetto ai loro coetanei che, invece, riescono a staccare. Si parla di un aumento del 27% della possibilità di soffrire di arteriosclerosi. Percentuale che sale addirittura al 34% se il sonno non è di buona qualità. Parliamo di accumulo di grasso e colesterolo attorno alle pareti delle arterie. Condizione che può essere causa di angina pectoris e infarto.
l Centro nazionale spagnolo per le malattie cardiovascolari, diretto dal cardiologo Valentìn Fuster, ha seguito da vicino 4 mila partecipanti volontari, con un’età media di 46 anni e per la maggior parte uomini. Sono stati sottoposti per una settimana a un controllo delle abitudini del riposo attraverso la actigrafia. Un esame eseguito con uno strumento simile a un orologio da polso che registra i movimenti corporei, le fasi di sonno e veglia, la temperatura corporea e i livelli di luce e rumore circostanti.
I ricercatori hanno effettuato anche screening delle loro arterie principali, femorali e carotidee, e del cuore. Visti i risultati dei test si sono resi conto che è il momento di allungare la lista dei fattori di rischio cardiovascolare: la carenza di sonno. Dal momento che questa condizione è accompagnata da obesità, pressione alta, colesterolo in eccesso.
L’OBESITÀNon si illuda chi crede di recuperare la scorta di sonno durante il fine settimana. Questa strategia non ci protegge dal rischio di diabete e obesità legato al metabolismo sregolato di chi è abituato a dormire meno delle canoniche sette ore a notte. 
A dimostrare l’inefficacia delle dormite prolungate nel fine settimana è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del laboratorio di sonno e cronobiologia dell’Università del Colorado di Boulder. Aumento del peso e riduzione della sensibilità all’insulina, si registravano anche in chi provava a rimediare nel fine settimana.