la Repubblica, 16 marzo 2019
Roberto Fico: L’ambiente resta la nostra prima stella. Ma sulla Tap chiedo scusa
Roberto Fico, presidente della Camera, è nato a Napoli.
«L’ambiente resterà sempre la prima stella del Movimento», dice il presidente della Camera Roberto Fico. Che sostiene la «riorganizzazione» dei 5 stelle annunciata dal capo politico Luigi Di Maio. E sulle posizioni della Lega, pronta ad andare in massa al Congresso delle famiglie di ultradestra a Verona, dice: «Sui diritti non si arretra mai, piuttosto si avanza. Tutto ciò che riporta indietro sul ruolo della donna, sulla libertà di scelta, sulla possibilità di amare chi si vuole, è contro la storia». Serviva una ragazza di 16 anni per portare i cambiamenti climatici al centro del discorso pubblico? «Probabilmente serviva. Il Friday for Future è stato un giorno straordinario perché tanti ragazzi e ragazze sono scesi in piazza per manifestare a favore di politiche che possano intervenire sui cambiamenti climatici. E lo hanno fatto in modo intelligente, in contemporanea in tutto il mondo, dando così forza alla loro lotta». Il Movimento è nato sui temi ambientali. Sta rispettando le sue origini? «La questione ambientale riguarda tantissimi settori della società: il lavoro, la salute, gli investimenti pubblici, l’economia verde, l’economia circolare». Non proprio temi al centro dell’azione di governo. «Devono essere centrali per il nostro e per tutti i governi perché ne va della vita del pianeta. E rispetto a questo l’esecutivo si sta muovendo». I 5 stelle hanno detto sì alla riapertura dell’Ilva, alla Tap, hanno resistito a mala pena sulle trivelle. Cosa direbbe agli elettori che si sentono traditi? «Sull’Ilva abbiamo ottenuto prescrizioni ambientali molto stringenti. Su Tap era tardi per intervenire e per questo mi sono sentito già in passato di chiedere scusa. Poi è chiaro che per fare a meno del gas serve una transizione energetica, un maggiore investimento nelle rinnovabili. Nelle città bisogna dismettere il parco macchine inquinanti. Il piano energetico nazionale – cui ho lavorato nella scorsa legislatura – è fondamentale». Come si fa con un alleato che su trivelle o inceneritori vi fa la guerra? «Lo ripeto per l’ennesima volta: è chiaro che Lega e M5S sono forze totalmente diverse e partono da presupposti diversi. Sono stato partecipe di uno scontro sull’inceneritore di Acerra e sono convinto che rispetto ai rifiuti non servano inceneritori, ma riduzione a monte, raccolta differenziata impianti di compostaggio, trattamento meccanico manuale. A quel punto da eliminare rimane ben poco. Perché quel che si brucia finisce in ceneri tossiche e diossina. La questione ambientale è fondamentale e ineludibile. È sopravvivenza: alla fine la natura ci chiederà il conto». Il ministro leghista Fontana ha dato il patrocinio al congresso delle famiglie di Verona, dove si riuniscono associazioni che riducono il ruolo della donna a quello di cura. E che vorrebbero mettere fuori legge aborto e unioni omosessuali. «Ridurre il ruolo della donna a pochi ambiti è il retaggio di una cultura anacronistica che dobbiamo lasciarci alle spalle. Le parole chiave sono libertà di scelta, autonomia, soggettività. Nei fatti la società è molto più avanti di certa politica. Rispetto alle unioni civili, le ho sostenute e le sostengo». Ma i 5 stelle hanno affondato la stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, quando sono state approvate. «Ci furono vari problemi, lo stop non può essere attribuito a noi». Il ministro della Famiglia è contrario all’aborto. Che ne pensa? «Si tratta di un diritto acquisito tramite referendum e deve essere forte e saldo. Ogni donna ha il diritto di scegliere». La Consulta ha esortato il Parlamento a legiferare sul fine vita. Ci riuscirà? «C’è un vuoto normativo che le Camere devono affrontare, senza aspettare che lo facciano le sentenze. Si sta discutendo in commissione e sono fiducioso». Lei è favorevole all’eutanasia? «Sì. Ma sono temi su cui è molto importante la coscienza personale e su cui si deve riflettere». Sul testamento biologico il ruolo del M5S è stato fondamentale, insieme a quello del Pd. Succederà ancora? «Era stato fatto un lavoro certosino, per unire e non dividere. È quello che serve adesso». Dopo le sconfitte alle regionali, Di Maio ha annunciato che il Movimento deve cambiare. Darsi una struttura. Magari cancellare il limite dei due mandati per i consiglieri comunali. È d’accordo? «Sono assolutamente favorevole a una riorganizzazione. Sui modi si dibatterà all’interno del Movimento». Lei è andato in Russia. I ministri M5S e il premier spingono per firmare il memorandum sulla via della con la Cina. State allontanando l’Italia dal patto atlantico? «No, ma credo che l’Unione europea abbia il diritto di lavorare per una cooperazione commerciale anche con la Cina. Questo non significa abbandonare l’asse atlantico, cui teniamo. È per questo molto importante che l’Italia porti il tema Cina-Europa al Consiglio europeo. Rispetto alla Russia, il mio è stato un viaggio istituzionale e ho detto alla Duma che possiamo avere un rapporto trasparente, ma ad averlo è un Paese che agisce nella cornice dell’Europa unita». Il governo andrà avanti anche dopo le europee? Nonostante le tensioni continue e probabili rapporti di forza invertiti? «A mia memoria non ricordo un governo senza tensioni». Fondandosi su visioni spesso opposte, ci si chiede quanto possa reggere. «Per questo c’è il contratto e per questo le due forze che lo compongono si sono candidate separatamente e si ricandideranno separatamente».