Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  marzo 16 Sabato calendario

Aborto, la Lega torna alla carica

A Verona, città amministrata dal sindaco di centrodestra, Federico Sboarina, gli esponenti del partito di Matteo Salvini, dalla maggioranza, avevano proposto di sostenere associazioni cattoliche a capo di progetti contro l’aborto. Iniziativa accolta con 21 voti a favore e 6 contrari. Nei mesi successivi provvedimenti analoghi erano stati avanzati dal centrodestra a Roma e a Ferrara.È a Trento, però, che il Carroccio, stavolta dai banchi dell’opposizione al sindaco Pd, Alessandro Andreatta, ha presentato una mozione sulla falsa riga di quella adottata a Verona.
A sottoscrivere il documento, che dev’essere ancora discusso, è stato il capogruppo della Lega, Bruna Giuliani, madre dell’assessore leghista della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti. Giuliani, come a Verona, ha chiesto al sindaco Andreatta di impegnarsi nel sostegno di associazioni che operano a Trento «con progetti a sostegno della vita e della famiglia» e di promuovere «le politiche a favore della vita con una campagna di sensibilizzazione apposita da svolgersi con il coinvolgimento delle circoscrizioni ed eventi dedicati nel corso dell’anno».
Nel 2017, i casi di aborto, a Trento, erano stati 703 contro i 684 dell’anno precedente. Un dato lontano dai 1.358 registrati nel 2006, ma che lo scorso gennaio aveva comunque spinto l’assessore provinciale alla Salute, Stefania Segnana, a una riflessione sul tema. «In un momento in cui la politica provinciale si pone degli obiettivi per contrastare la denatalità e aiutare le coppie ad avere figli», aveva spiegato Segnana, «leggere di un aumento dei casi di aborto volontario richiede un’analisi approfondita e una valutazione attenta».
La giunta di centrosinistra di Andreatta ha preso posizione contro la mozione presentata dalla Lega. «Non vogliamo un nuovo medioevo», ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Corrado Bungaro. «Vogliamo una nuova era, un mondo in cui i diritti civili delle persone di qualsiasi orientamento sessuale, politico, religioso e culturale siano scolpiti non solo nelle leggi, ma anche nei cuori. Questa richiesta è del tutto inutile, perché non esiste un copyright sulla vita, così come non esistono i fautori della morte. I diritti conquistati dalle donne e dagli uomini con tanto sacrificio non si possono cancellare».
Sulla questione è intervenuto anche il collettivo femminile Non una di meno. «Nel documento si legge che la 194 ha avuto l’effetto di rendere l’aborto uno strumento contraccettivo e non è riuscita a raggiungere l’obiettivo prefissato del debellamento degli aborti clandestini», ha scritto l’associazione in una nota pubblicata dal quotidiano Il Dolomiti. «Ricordiamo che l’aborto è una scelta di autodeterminazione sul proprio corpo e un diritto garantito. L’unico modo di incidere sul numero di gravidanze non volute è quello di promuovere corsi di educazione al genere e di educazione sessuale nelle scuole».