La Stampa, 14 marzo 2019
Un italiano su due fatica a pagare le visite mediche
«Una vita spesa a far la spesa», scriveva Leo Longanesi mentre il Paese scopriva il boom economico dopo gli anni bui della guerra. Un motto ironico che nell’Italia di oggi non vale più. Dopo un decennio difficile per la nostra economia, la situazione si è ribaltata e ora - che il Paese si trova nella terza recessione dal 2008 - gli italiani stringono la cinghia e rinunciano anche a spese fondamentali, a partire dalla salute.
Lo scorso anno quattro famiglie su dieci non sono riuscite a sostenere gli acquisti di tutti i giorni relativi ad abitazione, salute, mobilità e tempo libero, mentre una su due ha fatto fatica a risparmiare o addirittura non è riuscita a mettere da parte neppure un euro. È la fotografia della difficoltà con le quali sempre più spesso anche il ceto medio deve convivere.
A scattarla è Altroconsumo, associazione di consumatori, che nella sua prima indagine sulla capacità di spesa delle famiglie - sono state sentite 1.628 persone tra i 25 e i 79 anni da Nord a Sud - mostra l’affanno in cui si trovano gli italiani. Lo studio ha indagato le spese relative a sei settori: la salute, l’abitazione, l’alimentazione, l’istruzione, la mobilità e il tempo libero. Ne è uscita l’immagine di un Paese che non si sente al riparo dai problemi, dove i pensionati tendenzialmente riescono a sostenere le spese in modo più agevole delle giovani coppie e dove c’è pessimismo per il futuro.
La sanità è un peso
L’Italia arranca. Il Pil ha il segno negativo da due trimestri a questa parte e per lo scorso anno ha registrato un modesto +0,9% contro l’1,6 auspicato dal governo: un calo legato al «netto ridimensionamento» del contributo della domanda interna e dunque dei consumi, come sottolinea l’Istat. A questo si affianca l’indice del clima di fiducia, precipitato anch’esso.
Il dato più preoccupante del report di Altroconsumo è quello relativo alla salute. Per il 44% delle famiglie, infatti, la sanità è un peso economico. Il 55% degli italiani ha trovato difficile sostenere le cure dentistiche (per il 27% è molto difficile o addirittura impossibile), il 51% le visite mediche specialistiche (per il 18% non è stato possibile) e il 41% l’acquisto di farmaci (per il 12% è impossibile comprarli). «Ci sono vari gradi di difficoltà espressa dagli intervistati - spiega Flavio Pellegrinuzzi, curatore dell’indagine statistica -. Si tratta comunque di persone che purtroppo non sono andate lisce con le spese e quindi sono state costrette a tagliare da qualche altra parte nel bilancio di famiglia».
Sardegna maglia nera
Le difficoltà economiche sono diffuse su tutta la Penisola, ma al Sud la situazione è più complicata. «Stiamo parlando della percezione dei cittadini, non di dati oggettivi, ma sono comunque significativi», aggiunge Pellegrinuzzi.
Per raccontare come cambia la vita quotidiana degli italiani, Altroconsumo ha creato un indice da 0 a 100 sulla capacità di spesa, ponderando i dati in base all’importanza delle rinunce: la sanità chiaramente pesa più delle mancate spese per il tempo libero. L’Italia ha un indice pari a 46,5 punti, è cioè un Paese con alcune difficoltà economiche. Le differenze tra le regioni sono marcate: in fondo alla lista c’è la Sardegna con 38,4 punti, penultima la Sicilia, poi a salire Abruzzo, Liguria e Puglia; in cima alla classifica invece il Trentino Alto Adige con 59,2 punti (unica regione a registrare un dato che identifica una zona senza particolari difficoltà economiche), seguito da Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia.
Sfiducia nel futuro
Oltre alla salute, gli italiani faticano a sostenere le spese per la casa e la mobilità. Il 48% ha avuto problemi legati ai costi di luce, gas e acqua o alla manutenzione dell’abitazione, mentre il 46% ha incontrato difficoltà a trovare le risorse necessarie per l’automobile o per viaggiare sui mezzi pubblici.Il calo del potere d’acquisto ha colpito in primo luogo il tempo libero. Il 42% delle famiglie ha incontrato criticità: per i viaggi il 53%, per una serata al ristorante il 36%. È questo l’ambito in cui è ovviamente più facile fare un sacrificio. Vengono registrate invece meno complessità per le spese relative all’alimentazione e all’istruzione. Nel primo caso la percentuale di famiglie in difficoltà scende al 25% (il 32% per l’acquisto di carne e pesce), così come per le spese scolastiche, dove la percentuale si ferma al 24%.
Oltre ai problemi registrati per il 2018, ci sono poi quelli che le famiglie mettono in conto per l’anno in corso: una su tre ritiene che nel 2019 la situazione sarà peggiore e una su due crede che sarà praticamente impossibile mettere da parte qualche risparmio.