Il Messaggero, 13 marzo 2019
Tim, le accuse a Conti che riaccondo la querelle
Si riunirà domani pomeriggio un cda straordinario di Tim convocato dal presidente Fulvio Conti per analizzare e rispondere al documento presentato dal collegio sindacale venerdì 8 che accusa lo stesso Conti di aver fornito informazioni asimmetriche ai consiglieri nelle giornate che a novembre portarono alla sfiducia dell’ex ad Amos Genish. La riunione si preannuncia infuocata, dato il livello dello scontro fra i due azionisti Elliott e Vivendi, che proprio sulle questioni di governance stanno basando la propria strategia in vista dell’assemblea del 29 marzo chiamata a deliberare sulla proposta di revoca di 5 consiglieri in quota Elliott.
CDP OLTRE IL 9%
Assise dove in ogni caso sarà determinante il voto di Cdp, che sarebbe ormai arrivata in prossimità della soglia del 10%, un investimento condiviso dal presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti: «L’obiettivo di avere una rete unica è importante, se per raggiungere questo obiettivo serve investire, bisogna farlo», ha detto avallando sostanzialmente il piano di Elliott sulla rete. Proprio con i vertici di Cdp il presidente Conti a novembre si sarebbe confrontato prima della sfiducia a Genish, come evidenziato dai sindaci, la cui relazione è focalizzata sull’asimmetria informativa: «Non ha fornito le medesime informazioni a tutti i consiglieri nello stesso momento e che talune informazioni sono state fornite solo ad alcuni e segnatamente a quelli eletti nella lista Elliott». Conti ha già pubblicamente respinto gli addebiti, ma i sindaci hanno comunicato le irregolarità riscontrate alla Consob ed è presumibile quindi che domani il cda effettui una comunicazione ufficiale sulla vicenda.
A scaldare ulteriormente gli animi è stato anche il report di ISS: il proxy advisor ha dato le sue indicazioni di voto in vista dell’assemblea, consigliando di non votare per la revoca proposta da Vivendi. Secondo ISS, «le passate azioni di Vivendi minano la sua autorità morale e possono effettivamente giustificare i passi compiuti dai consiglieri di Elliott». Vivendi non è stata «convincente sul fatto che il cambiamento sia giustificato in Tim, in particolare perché è improbabile che gli azionisti beneficino di un ripetuto cambio della composizione del cda a seguito di una sorta di tiro alla fune tra i due grandi azionisti». Elliott ha colto la palla al balzo, sottolineando che «il track record di governance dell’azionista di controllo di Vivendi, Vincent Bollorè, è tutt’altro che ideale, con pratiche ben al di sotto degli standard del mercato francese e una storia di operazioni con parti correlate e conflitti di interesse».
Secondo ISS a pesare sulle scarse performance in Borsa di Tim sono le «preoccupazioni competitive e l’asta per il 5G che si è rivelata molto costosa»: la battaglia fra soci, unita al sostanziale completamento degli acquisti da parte di Cdp, ha tuttavia mandato in rosso il titolo che ieri è stato il peggiore del listino registrando un -5,9%.