la Repubblica, 13 marzo 2019
Vincenzo Spadafora: Più diritti per tutti il congresso di Verona sulla famiglia non avrà il patrocinio del governo
Vincenzo Spadafora, pari opportunità, è nato ad Afragola (Napoli).
Per Vincenzo Spadafora il Paese che ha in mente chi scrive volantini come quello della Lega di Crotone sul ruolo della donna o dà il patrocinio al congresso mondiale delle famiglie di Verona è fuori dal tempo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità è a New York, guida la delegazione italiana alla 63esima sessione della Commissione sulla condizione femminile dell’Onu. E dagli Stati Uniti, spiega che tutto quel che deve fare il Movimento, nella campagna per le europee, è rispondere ai bisogni concreti dei cittadini. Imporre la sua visione, diversa da quella leghista. «Questo governo andrà avanti finché nessuna della due forze vorrà soverchiare l’altra, come Salvini ha cercato di fare sulla Tav». Sta per prendere la parola all’Onu. Cosa dirà? «Che l’Italia non metterà in discussione il lavoro di anni sul tema dei diritti delle donne, un lavoro fatto di battaglie, di sfide di tante figure femminili. Vorrei tranquillizzare: non c’è questo rischio. Anzi, il governo consoliderà i diritti conquistati». Vuole tranquillizzare in caso abbiano visto il volantino della Lega di Crotone che spinge la donna a stare a casa, procreare e badare ai figli? O perché all’interno del governo ci sono posizioni contro l’aborto e le libere scelte? «Su alcuni temi le forze che hanno firmato il contratto di governo hanno oggettivamente sensibilità diverse. Ma vorrei venir fuori dall’eterna contraddizione tra noi e la Lega per fare un discorso più ampio: alcune posizioni sono fuori dal tempo a prescindere dalla volontà delle forze politiche. Andiamo verso un futuro in cui ci saranno inesorabilmente più pace, più diritti per le donne e per quelle che sono ancora considerate minoranze, come la comunità Lgbt». Quel che si vede è invece un arretramento. E l’avanzare di una cosa che un tempo era tabù: il razzismo. «Se ci sono forze politiche ancorate a ideologie o pregiudizi che non guardano al futuro, riferibili a momenti bui della storia, saranno superate dai fatti e dal desiderio che riscontro tra i più giovani: la volontà di un Paese con più diritti per tutti». Il governo di cui fa parte ha dato il patrocinio al congresso delle famiglie di Verona, che promuove la negazione di molti diritti. «Il segretario generale di Palazzo Chigi ha chiuso un’istruttoria importante e ha chiesto al dipartimento dell’Editoria e a quello della Famiglia di ritirare il patrocinio. Sono stato tra i primi a segnalare il problema». Al ministro della Famiglia Fontana non risulta. «Lo confermo. C’è una nota ufficiale in data odierna per far presente che non esistono i presupposti e chiedere il ritiro. Questi sono i simboli, poi ci sono le azioni». Quali? «Il reddito di cittadinanza, il salario minimo, rappresentano un’idea di Paese che vuole aiutare le fasce più deboli, chi è rimasto indietro. Rimango interdetto quando vedo attacchi su questo da sinistra». Il problema è quel che ha dimostrato la vicenda Tav: M5S e Lega hanno idee inconciliabili. Fino a quanto potrete andare avanti? «Vale sempre la pena ricordare che a questo governo non c’erano alternative. E che le nostre due idee di Italia hanno trovato un momento di sintesi nel contratto. L’intesa regge finché nessuno cerca di soverchiare l’altro. Il contratto sulla Tav era chiaro, la Lega ha voluto forzare la mano e noi ci siamo impuntati. Siamo pronti a farlo anche sul tema dei diritti e delle politiche sociali». State cercando di essere alternativi anche in Europa, ma senza un gruppo autonomo non rischiate di finire in quello dei sovranisti? «Lo escludo». Cosa succede se il voto alle europee stravince la Lega? «Se spiegheremo alle persone quello che realmente stiamo facendo per loro, arriveranno risultati ben diversi. Ma se anche non fosse, il 33 per cento del Parlamento italiano è composto da eletti del Movimento. Terrei i due pani distinti, non siamo disponibili a barattare cose pur di andare avanti». Nessun rimpasto? «Non intendiamo barattare sui temi figurarsi sulle poltrone. Se la Lega non vuole ritornare nelle braccia di Berlusconi non potrà fare altro che stare insieme a noi. Nei giorni della crisi sulla Tav la pagina Facebook di Salvini era piena di commenti che gli chiedevano di fermarsi». Lei è negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump è preoccupata per la nostra adesione alla nuova via della Seta. State spostando l’asse delle alleanze verso Russia e Cina? «Siamo e resteremo sempre alleati seri e fedeli degli Usa, ma il governo non farebbe bene il suo mestiere se perdesse buone occasioni a livello di politica industriale ed economica». La leadership di Di Maio è in crisi dopo le sconfitte in Abruzzo e Sardegna? «Credo il contrario. Luigi ha avuto grande equilibrio nel tenere insieme un movimento in evoluzione nel rispetto dei valori fondativi. E nel rapporto con un alleato che non perde occasioni per creare fibrillazioni. È l’unico che può garantire che la Lega non travalichi».