La Stampa, 13 marzo 2019
Gli adulti che scambiano i bambini per amanti
C’è una bambina di 13 anni, nell’Agrigentino, che veniva prostituita dalla madre a uomini dai 18 ai 68 anni, la polizia ha scoperto tutto e adesso procede con gli arresti. Domanda: da chi è abusata, quella bambina? Dagli uomini, senza dubbio, ma anche dalla madre. È la madre che ci guadagna, dai 30 ai 200 euro per volta, e reitera il crimine, facendolo diventare un business permanente. La figlia ceduta dalla madre per denaro è un tema di Dostoevskij. Anche in Dostoevskij il movente è la miseria. Nella miserabile casa non c’è niente, tutti patiscono il freddo e la fame, e la madre, disperata, si para davanti alla figlia ed esclama: «Ma insomma, è così prezioso quel che tenete lì?». La figlia ha una scossa nervosa, si alza di scatto, si butta una coperta sulle spalle, ed esce nella tormenta di neve. Torna dopo un’ora. Scaraventa in faccia alla madre una manciata di rubli e si getta lunga distesa sul letto, sussultando e singhiozzando. La madre si curva, inginocchiandosi accanto al letto, e piangendo le bacia i piedi. Qui anche la madre è vittima, come la figlia. Colpevole di tutto è la povertà, la fame. Ma la figlia non ha 13 anni e non viene mandata in strada a ripetizione, per fare una catena di affari. Dostoevskij non ci dice niente degli uomini da cui la ragazza ha ricavato quella manciata di rubli. E noi non vogliamo sapere niente. Sono uomini, trovano una donna a disposizione, la prendono e la pagano, poi lei se ne va, loro se ne vanno, e chi s’è visto s’è visto. Ma è impossibile non farsi domande sugli uomini che prendono e pagano la bambina agrigentina di 13 anni: chi sono? Che padri, che mariti, o (visto che ce ne sono anche di 18 anni) che figli sono, per fare sesso con una bambina di 13 anni, che non è ancora una ragazza né tantomeno una donna? Le bambine di 13 anni sono molto carine, ma hanno la carineria delle figlie, non delle amanti. Uno scrittore riassume l’attrazione di una amante con una parola: «Aveva una bellezza torbida». Una bambina di 13 anni non ha un’aria torbida, ha un’aria ingenua e disarmata. Torbida è la madre, se pensa di monetizzare quell’ingenuità, torbidi sono gli uomini, se pensano che provare con l’ingenuità sia un valore, un’esperienza in più, da non perdere. Qualcuno ha detto che l’uomo fa sesso perché ha paura della morte, e non è una spiegazione stupida. Il vecchio che fa sesso con una giovane salta indietro con la vita, ringiovanisce. Sente cos’è la vita all’apice. C’è chi paga una fortuna per questo, perché dimentica di essere mortale. García Márquez dice: «Mentre faceva l’amore, pensava che la morte non esiste più». Far sesso con un giovane o una giovane, vuol dire spartire la giovinezza. Ma con una bambina di 13 anni non puoi spartire niente, perché lei non sa niente. È violenza allo stato puro. Lo stesso vale per la donna di 35 anni rimasta incinta di un ragazzino di 14: lei sapeva tutto, lui niente. Non ha spartito la vita del bambino, gliel’ha rovinata. Tutti i momenti della vita, compreso il momento della morte.