la Repubblica, 13 marzo 2019
Ballando in 10 milioni con il deejay virtuale
Stiamo ballando, stiamo muovendo i nostri corpi al ritmo dei pezzi che sta lanciando Marshmello, il deejay mascherato di cui nessuno conosce l’identità. E siamo più di dieci milioni, ci muoviamo all’unisono col beat che gira per l’aria. Una cosa enorme, mai successa. Dieci milioni di persone presenti allo stesso evento, più del milione e mezzo di spettatori che erano al concerto degli Stones sulla spiaggia di Copacabana, più dei presunti tre milioni e mezzo che erano ad ascoltare Jean Michel Jarre a Mosca. C’è solo una piccola differenza: è vero, siamo tutti lì, simultaneamente, ma non proprio con i nostri corpi reali, siamo presenti con i nostri avatar e a dirla tutta non ci siamo mai spostati dal divano di casa nostra. Fantascienza?
No, è successo davvero, all’interno di un videogioco online che si chiama Fortnite che ci permette di giocare in una realtà virtuale dove con i nostri doppi possiamo liberamente ammazzare tutti quelli che incontriamo, e senza conseguenze reali. Il gioco, che raccoglie 200 milioni di utenti, ha avuto l’idea di offrire ai suoi giocatori un momento di svago, come dire: va bene sfidarsi, ammazzare in continuazione, però concediamoci una pausa di spettacolo. Marshmello, col suo casco a forma di marshmallow (l’ ultimo modello da 55.000 dollari include un condizionatore d’aria) era il nome più adatto. Il suo personaggio di scena è già a suo modo una creatura virtuale, disincarnata, ma questo potrebbe essere davvero l’inizio di una nuova era, quella che il mondo virtuale Second Life aveva già promesso anni fa, forse troppo in anticipo sui tempi. Possiamo fare tutto per interposta persona, vivere in un mondo in tutto e per tutto rassomigliante al nostro, ma del tutto immaginario, dove non si corrono rischi, dove nessuno può farsi veramente male, e dove possiamo muoverci senza limiti di spazio e di tempo. Col mio doppio virtuale potrei con un solo clic andare a seguire il mio artista ideale, o meglio il suo avatar, dovunque si trovi, ascoltarlo mentre parla, mentre canta, mentre divide la sua vita con i fan, unendo in un solo colpo spettacolo, mondo social, convenienza, globalizzazione. E senza neanche il fastidio della realtà.