l’Espresso, 12 marzo 2019
Introdurre il quorum anche nelle elezioni politiche
Michele Ainis, sull’ultimo Espresso, propone di introdurre il quorum anche nelle elezioni politiche. Ci sono precedenti storici: «La legge elettorale francese del 1919 stabiliva che il voto dovesse ripetersi 15 giorni dopo, se non vi avesse partecipato la metà degli iscritti alle liste elettorali. Tutt’oggi, in Francia, occorre che in ogni collegio voti almeno un quarto del corpo elettorale per conquistare il seggio al primo turno. Accadeva così pure nel regno d’Italia, dove il quorum era fissato a un terzo degli iscritti nelle liste elettorali, poi a un ottavo (nel 1982), poi a un sesto (nel 1892), infine a un decimo (nel 1912). Mentre in Germania, sempre nel 1919, il numero dei parlamentari era variabile, perché si guadagnava un seggio ogni 60 mila voti validi; e lo stesso sistema fu riproposto in Austria nel 1970». L’idea di Ainis è che il numero di parlamentari non sia fisso, ma funzione di quanti hanno votato. Quindi, se va alle urne il 50% degli elettori, i deputati da mandare alla Camera non sarebbero più 630, ma 315.