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 2019  marzo 12 Martedì calendario

Come cambia la censura al cinema

Il divieto ai minori di 18 anni assegnato all’ultimo film di Lars von Trier, La casa di Jack, ha richiamato l’attenzione sulla censura cinematografica. In realtà, il caso è saltato agli occhi per il prestigio dell’autore e dell’opera, presentata a Cannes, che in Italia però può essere vista in lingua originale nella sua versione non censurata. Ma ogni anno continuano a essere assegnati divieti ai minori di 18 anni, sebbene per la maggior parte per opere che senza distribuzione in sala: nel 2016 sono stati 11, 7 nel 2017, 10 l’anno scorso. Nel 2018 ad esempio, oltre a film pornografici rieditati, sono stati vietati Funeralopolis, documentario che metteva in scena la violenza urbana con bestemmie e droga iniettata, e l’horror Notte nuda.
Sesso, violenza, religione e politica sono i quattro argomenti a rischio, come testimoniano i casi del cinema italiano citati nei database di siti come Cinecensura.com e Italiataglia.it. Ma come funziona oggi in Italia, dopo la nuova legge, la censura cinematografica? Il 7 dicembre 2017 un decreto legislativo ne annunciava una riforma rispetto alla norma vigente (del 1962), che affidava la classificazione a una commissione del Ministero dei beni culturali, comprendente “esperti di cultura cinematografica”, psicologi, rappresentanti di associazioni di genitori e della protezione animali. Adesso, invece, la “revisione cinematografica” (questo il nome tecnico della censura) dovrà funzionare diversamente. Saranno i produttori e distributori a proporre al Ministero una classificazione (per tutti, divieto ai minori di 18, 14 e, novità, 6 anni), ma le commissioni ministeriali avranno la facoltà di approvare o respingere la proposta. La loro composizione sarà differente: presiedute da esperti di materie giuridiche, non comprenderanno più i rappresentanti del cinema, e vedranno una maggior composizione di personalità legate alla tutela dell’infanzia.Al momento, queste commissioni devono ancora essere nominate, e l’assegnazione dei divieti continua con la composizione e le modalità della vecchia legge.
La commissione inoltre potrà sì assegnare divieti a minori, ma non più proibire l’uscita di un film, come succedeva (seppur di rado) fino a oggi. E giusto qualche giorno fa è stato presentato il restauro di Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco, la cui uscita in sala era stata impedita dalla censura, nel 1998. Il film uscirà in autunno, e Maresco ricorda l’atmosfera assai diversa dell’epoca: «Ci fu una vera lotta, una serie di interventi di Militia Christi e di estremisti cattolici, di Forza Nuova, ma anche una mobilitazione di intellettuali, artisti. Infatti il film poi fu ripresentato e poté uscire con il divieto ai minori di 18 anni».
Nel frattempo gli autori però erano anche stati denunciati da alcune associazioni cattoliche per vilipendio della religione e la produzione accusata di tentata truffa ai danni dello Stato per mezzo preventivo (per i finanziamenti pubblici). Furono tutti assolti due anni dopo. «Sembra ne siano passati 200.
Oggi con una telecamerina chiunque può postare e vedere tutto, zoofilia e decapitazioni. È il segno di una tragica assuefazione.Lo stesso atteggiamento che abbiamo nei confronti della morte, del sesso: la perdita dei limiti, e quindi della trasgressione, che è alla base di tutto, anche di quello che una volta era il dibattito culturale». Insomma, paradossalmente, la censura era anche il segno di una forza che il cinema poteva avere, di una sua capacità di incidere, di una vitalità, per quanto perversa. «Anche se paradossali ("offende il popolo siciliano, il popolo italiano e l’umanità nel suo genere"), le motivazioni del pm di allora avevano, come dire?, una loro solennità, e la materia aveva un’eco. Il pubblico avvertiva che c’era una visione del mondo, disturbante ma forte». Gli archivi della censura, in effetti, raccontano la storia del nostro Paese, la sua evoluzione, i conflitti culturali e degli stili di vita.
L’ultimo film ritirato risale al 2011: l’horror Morituris fu definito una “un saggio di perversività e sadismo gratuiti”. Cercarono la censura per questioni di marketing e la trovarono.Oggi bastano un paio di clic per trovarlo anche su YouTube.