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 2019  marzo 11 Lunedì calendario

LAGARDE CONTRO PALAZZO CHIGI, MINUTO PER MINUTO - PER TUTTO IL POMERIGGIO SI INTRECCIANO TELEFONATE DI FUOCO TRA ROMA E BRUXELLES DOVE SI MUOVONO GENTILONI E SASSOLI, I PIÙ INFLUENTI RAPPRESENTANTI ITALIANI. TUTTA LA DIPLOMAZIA CONTINENTALE È AL LAVORO; SI STOPPANO LE DICHIARAZIONI DEI BIG POLITICI PER NON FAR PRECIPITARE LA SITUAZIONE E ALLA FINE LA LAGARDE SI "ARRENDE": L'ITALIA OTTIENE LA PRECISAZIONE... -

Non se lo aspettavano dal governo l'uscita della Lagarde, soprattutto dopo che 24 ore prima la Presidente Von der Leyen aveva solennemente affermato "Siamo tutti italiani". Dopo quelle improvvide parole ("Ridateci Mario Draghi, con lui una roba del genere non ci sarebbe mai stata" è il leit motiv da sinistra a destra) la borsa affonda fino ad arrivare a - 17. E nei palazzi della politica cresce la paura mista a rabbia. "Senza l'Europa non ce la facciamo" è la riflessione comune.

Si intrecciano telefonate, molte anche a Bruxelles dove, non scordiamolo l'Italia ha nel Commissario Gentiloni e nel Presidente del Parlamento Sassoli, i più influenti rappresentanti. Per alcune ore la diplomazia continentale è al lavoro, si evitano dichiarazioni dei big per evitare di surriscaldare gli animi, i partiti di governo fanno uscire figure di secondo piano che criticano la Lagarde, mentre Salvini e la Meloni sparano a palle incatenate.

Alla fine, la sera, ecco il Presidente della Repubblica, sempre con i suoi modi istituzionali, far capire che in Italia c'è irritazione, tanta irritazione, e che in un momento così drammatico non era questo trattamento che ci si aspettava dalla Bce. La Lagarde, capisce (o gli fanno capire, è meglio dire) la "gaffe" e fa uscire una sua precisazione. Subito il Ministro Gualtieri dichiara di apprezzare la retromarcia della Bce. Tutto rientra, forse. Almeno per ora.