la Repubblica, 11 marzo 2019
Intervista a Giulia Grillo
Giulia Grillo, ministro della Salute, è nata a Catania.
“L’obbligo? Io contraria per principio ma sul morbillo rimanga” Ha resistito alle pressioni di Salvini sulla proroga per i non vaccinati, dice che per il morbillo ci vorrà l’obbligo anche quando sarà superato il decreto Lorenzin. La ministra alla Salute Giulia Grillo non è mai apparsa così distante dal mondo no-vax. Le pressioni di Salvini e una doppia proroga, prima e dopo l’estate, per presentare i documenti di vaccinazione. Perché ora non ha concesso un nuovo rinvio? «La prima proroga l’aveva fatta il precedente governo perché non aveva attivato l’anagrafe nazionale. Noi abbiamo prorogato ancora perché eravamo appena arrivati e restavano le stesse criticità burocratiche. Ora tutti hanno avuto il tempo per mettersi in pari». Quanti bambini rischiano oggi di restare fuori da scuola? «I dati precisi arriveranno nei prossimi giorni dalle scuole. Non saranno grandi numeri, come hanno dimostrato i controlli a campione dei Nas sulle autocertificazioni. Va considerato che molte Regioni hanno già fatto le verifiche con le anagrafi informatizzate e che anche le altre si sono comunque mosse. I genitori sono molto più responsabili di quanto spesso si racconta. Quelli che non vogliono vaccinare sono una esigua minoranza». Nel 2017 e poi nel 2018 le coperture sono aumentate. La legge Lorenzin ha funzionato? «È stata una misura emergenziale, nata dalla necessità di colmare un gap di coperture creatosi in diversi anni precedenti e da quella di rispondere all’epidemia di morbillo. I dati sono migliorati per i nuovi nati, ma il dl Lorenzin non può incidere sui giovani adulti vulnerabili, quelli fuori dall’età scolastica. Questa è la critica principale a quella legge: aver puntato tutto e solo sull’obbligo sperando che bastasse. Sulla consapevolezza più che l’obbligo in sé, ha funzionato il dibattito che si è scatenato in questi anni». Come sarà la nuova legge, attesa nei prossimi mesi? «Non un atto di urgenza, come quello di Lorenzin, ma una normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Usare l’obbligo è un fatto politico, non scientifico. Bisogna agire in base alle condizioni epidemiologiche: oggi ci potrebbe essere bisogno di introdurlo contro una malattia, domani contro un’altra». Se fosse in vigore la nuova legge come ci si comporterebbe con il morbillo? «C’è un’epidemia in atto. E quindi sul morbillo bisogna tenere misure obbligatorie. Ma dobbiamo anche lavorare per convincere i cittadini a fare una cosa positiva per la loro salute, non imporre». Il nuovo Piano anti morbillo prevede l’obbligo di vaccinazione per concorsi come quelli per le forze dell’ordine. Che cosa ne pensa? «Sono misure in parte già esistenti ma inserite in diverse norme. Vanno quindi messe a sistema. È imbarazzante che nel nostro Paese siano morti di morbillo degli adulti. Significa che il tema è stato trascurato per troppi anni». Salvini le aveva chiesto di far slittare il termine di oggi, e dice che 10 vaccini sono troppi. La Lega è il partito dei no-vax? «Non capisco il perché di quelle parole. Di certo ora non c’era l’urgenza di fare un decreto per togliere l’obbligo. Con Coletto, sottosegretario della Lega, c’è una buona sintonia. Siamo tutti persone responsabili, consapevoli del valore della scienza». Le pesa essere presa di mira dai no-vax che la accusano di essere favorevole ai vaccini? «Mi dispiace che a suo tempo qualcuno abbia confuso la nostra contrarietà al decreto Lorenzin con una contrarietà ai vaccini. Ho le spalle forti e sono coerente». Cosa vorrebbe sistemare da qui alla fine del suo mandato? «Se quando me ne andrò avrò inciso sulle liste d’attesa, migliorando la risposta del sistema pubblico, sarò contenta. Le attese sono dovute per il 90% alla governance e per il 10% alle carenze di personale o strutturali. Abbiamo fatto un piano e creato un osservatorio nazionale sulle liste d’attesa, con un fondo di 350 milioni. Le Regioni hanno tutte le competenze in materia, ma io mi ritengo un allenatore e, dunque, gli schemi di gioco devo proporli io». La nuova legge imporrà di immunizzarsi solo per le epidemie Preferisco che i cittadini siano convinti e consapevoli È stato uno sbaglio puntare tutto sull’età scolastica bisogna portare la prevenzione anche fra i giovani adulti La ministra della Salute Giulia Grillo