il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2019
Le prove di Grande Fratello in Cina
Se viaggiate sul treno Pechino-Shanghai potreste sentire un annuncio di questo tipo: “Ricordiamo che le persone senza biglietto saranno sanzionate e che il comportamento sarà registrato nel sistema di informazione sul loro credito individuale”. É il modo in cui in Cina si stanno preparando alla societá dei big datai. Si chiama Credito sociale ed é un grande progetto del governo cinese, diretto dal “piccolo gruppo centrale di guida per l’approfondimento delle riforme”, guidato dallo stesso leader, Xi Jinping.
I media occidentali lo raccontano spesso come la versione cinese del Grande Fratello. E in effetti evoca lo spettro di un sistema di sorveglianza che monitora ogni comportamento, integrando in questo apparato di controllo, Stato, imprese private e la panoplia di dati raccolti da apparati e sensori sempre piú ubiqui. In aggiunta, un sistema di sanzioni (o incentivi) semiautomatizzato: quindi economico, efficiente, e spietato, che avrebbe cosí un effetto preventivo e dissuasivo.
Il programma sperimentale é stato lanciato nel 2014, con una serie di progetti pilota, e dovrebbe cominciare a diventare operativo a livello nazionale nel 2020 con la creazione di un sistema centralizzato di raccolta delle informazioni sulle persone guiridiche e fisiche. L’obiettivo “ideologico” del sistema é incrementare l’”affidabilitá” di istituzioni, imprese, organizzazioni sociali, persone, e di rafforzare la “credibilitá del sistema giudiziario”. Costruire una societá, in sintesi, “in cui l’affidabilità è onorata e l’inaffidabilità è vergognosa”. Il metodo é monitorare e disciplinare i comportamenti attraverso un sistema di punizioni e incentivi, e si fonda sulla creazione di liste nere (o “rosse”, per i meritevoli). Si può finire in una lista nera, nei progetti pilota, per effetto di una condanna giudiziaria – relativa, per esempio al pagamento di risarcimenti, multe, tasse – e che il condannato non rispetta. Se a commettere la violazione è un’impresa, gli effetti ricadono sugli amministratori. Chi é in una lista nera non puó viaggiare in aereo, in treni ad alta velocitá o iscrivere i figli in scuole private.
Oltre al programma nazionale, ci sono molti altri programmi sperimentali, a piú ampia portata, in numerose amministrazioni locali. Altri esperimenti li stanno seguendo i giganti del web cinesi, sotto la vigilanza della Banca centrale. In questo caso, l’obiettivo ufficiale é la sperimentazione di nuovi sistemi di rating per il credito per migliorare il sistema di valutazione del merito di credito e per arrivare a una platea oggi esclusa per assenza di requisiti (conti correnti, patrimonio, etc.) dal sistema bancario. Il piú famoso di questi sistemi é il “Sesame credit” di Alibaba, che non é granché diverso dai sistemi reputazionali, che si stanno sperimentando un po’ in tutte le reti sociali. Anche se sono spesso confusi con il programma governativo del Credito sociale, questi programmi sono volontari e non sono riconosciuti dalle autoritá, che li hanno considerati viziati da conflitti d’interesse e poco attendibili.
Secondo un recente rapporto del governo cinese, quasi 13 milioni di organizzazioni sono state sanzionate con il sistema del Credito sociale: oltre 20 milioni di viaggi sono stati proibiti.
Nonostante questi numeri, il sistema é ancora molto rudimentale. Uno dei problemi con cui si scontra è la qualitá e la omogeneità dei dati, che si vorrebbero integrare e processare. Anche se la Cina è ben attrezzata per superare queste sfide, il cammino si prospetta lungo. Un’altra difficoltá é la costruzione di “indicatori sintetici”. Sembra difficile che si possa arrivare a una sorta di indicatore unico, che quantifichi la conformitá o la reputazione di organizzazioni o individui. Si stanno quindi studiando sistemi di valutazione per settori specifici, per esempio, con le associazioni industriali.
Il Credito sociale é stato pensato anche come uno strumento di governo delle imprese, come osserva Merics, un istituto tedesco specializzato in studi sulla Cina. Visto con questa ottica, il Credito sociale, lascia intravedere un sistema di regolamentazione del mercato basata sull’analisi semiautomatizzata di grandi quantitá di dati. Si puó immaginare, per esempio, l’uso di sensori che misurano le emissioni e la loro conformitá con i regolamenti, integrati in un sistema sanzionatorio pressoché automatico. Un sistema di questo genere, in teoria, potrebbe portare a una riduzione drastica degli interventi di supervisione degli enti governativi, che si limiterebbero a definire regole e algoritmi. Mentre le imprese sarebbero costrette a internalizzare nel calcolo costi-benefici quelle esternalitá, che si cerca di proteggere con la regolamentazione.
Il sistema si basa su una grande fiducia nella capacitá dello Stato di guidare l’economia verso sentieri di sviluppo economico, industriale e tecnologico. Ma soprattutto all’inizio è lecito aspettarsi che il sistema sará propenso a errori che potrebbero avere effetti molto pesanti. O da incubo.