Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  marzo 11 Lunedì calendario

Gli italiani alla guida sono un disastro. I dati

Patente e libretto. E se ti va male, puoi anche dire “arrivederci” alla licenza di guida. Nel 2018 la Polizia Stradale, considerando controlli e operazioni svolte da Livigno a Siracusa, ha ritirato la bellezza di 42.662 patenti in tutto il Paese: è come se la paletta della pattuglia di turno si fosse alzata (e fosse andata a segno) addirittura 118 volte ogni giorno. Non un bel record. C’è dunque chi pigia troppo sull’acceleratore, chi si mette al volante ma contemporaneamente parla al telefonino, e chi si è dimenticato che quel tagliandino rosa della Motorizzazione Civile ha pure una data di scadenza (che, ovviamente, è trascorsa senza colpo ferire). Niente da fare, signori: vigili e agenti dello Stivale sono inflessibili. Per fortuna, perché con la sicurezza stradale non si scherza mica. Il problema, semmai, è per i suddetti trasgressori, per i quali diventan dolori: sia per il portafogli, sia per la circolazione personale, che inevitabilmente subisce le meritate “ammonizioni”. Multe e parcelle legali nel primo caso, punti che si decurtano nel secondo (gli italiani, complessivamente, ne hanno persi 2.291.527 nei passati dodici mesi: una bella tombolata).

GRANE BUROCRATICHE
D’altronde basta scorrere le cronache dell’asfalto per rendersi conto di quel che stiamo dicendo. Pochi giorni fa è toccato a un ragazzo di 21 anni di Crodo (a due passi da Domodossola); a un 30enne di Rapallo (Genova); a un signore di Fiuggi (Frosinone); a un anziano di Termoli (Campobasso) e finiamola qui sennò ci tocca riempire tutta la pagina con una sfilza di episodi nella sostanza tutti uguali. Infrazione più o meno grave del Codice della Strada e tante grane burocratiche da sistemare. Il record, per inciso, va al giovane lombardo di 27 anni che, nelle scorse ore, è riuscito nell’ardua impresa di farsi ritirare la patente tre volte in un colpo solo. Nel senso che, fermato dopo una serie di zigzagate spericolate sulle curve del Tonale (in provincia di Brescia), ha pensato di allungare ai militari che gli chiedevano i documenti una licenza non più valida e si è fatto trovare con un mozzicone di spinello ancora fumante per metà nell’abitacolo della macchina. Sorpasso in prossimità di intersezioni, guida senza autorizzazione e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: un en-plein che lo terrà lontano dalla quattroruote per parecchio tempo. È che pare non ci sia niente o quasi da fare. Nel senso che il “vizietto” (eccessi come quello di Brescia a parte) tutto tricolore di fare i furbetti sulla carreggiata non si può definire una grande novità. Nel 2017 le patenti ritirate sono state 44.305, un numero sostanzialmente in linea con i rilievi più recenti. Che contano, tra l’altro, pure 50.905 carte di circolazione perquisite, un milione e 800mila contravvenzioni staccate e – purtroppo – 71.800 incidenti registrati.

CAVILLI E PROCEDURE
Già. Ma che cosa bisogna fare quando, sul ciglio della strada, una Volante ci chiede di accostare, ci contesta una violazione e iniziano i guai veri? «In realtà dipende dalle casistiche», spiega l’avvocato Sonia Canevisio di Lodi. Canevisio si occupa, per lavoro, proprio di queste problematiche, e conosce a memoria i cavilli della procedura: «I problemi principali sorgono quando vengono contestati reati come la guida in stato di ebbrezza o alterata dall’uso di sostanze stupefacenti. Perché in questi casi si passa dall’illecito amministrativo a quello penale». Con tutto ciò che ne consegue: il prefetto sospende – com’è ovvio che sia – in via cautelativa la patente del guidatore alterato, poi la palla passa al tribunale e, puntualizza l’avvocato, «in quella sede serve la presenza di un legale. Si può allora procedere in diversi modi: con un patteggiamento, con un processo o con l’assegnazione ai lavori socialmente utili. Io consiglio la terza ipotesi perché ci sono alcuni vantaggi, ma ogni fatto va valutato a sé», continua l’esperta. 

LEGGEREZZE MINORI
Nel frattempo, però, di guidare l’auto non se ne parla, e tocca pagare pure le spese giuridiche, che possono ammontare anche qualche migliaio di euro. Insomma, una bella rogna: se poi c’è di mezzo un sinistro con feriti o addirittura morti, allora la questione andrà davvero per le lunghe. «È diverso il caso di chi commette leggerezze minori – chiosa Canavisio, – se la patente è semplicemente scaduta basta rifare la visita medica per ottenerne il rinnovo; invece se c’è di mezzo una multa per eccesso di velocità, nella maggioranza dei casi è sufficiente pagare quella per riavere la licenza». La maglia nera dei ritiri in questione tocca alla Lombardia dove, nel 2018, si è arrivati a quota 8.372. Seguono gli automobilisti di Lazio e Umbria (il comparto della Polstrada è unico) con 4.340 e quelli di Piemonte e Val d’Aosta con 4.286. Mentre tra i più virtuosi ci sono i pugliesi (1.198), i palermitani (1.398) e gli abruzzesi (1.850).