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 2019  marzo 10 Domenica calendario

Il misterioso boom della bancarotta da 100 dollari

Per la prima volta nella storia, il numero di banconote da 100 dollari supera quello di banconote da 1 dollaro. Il sorpasso, scoperto da Torsten Slok, capo economista della Deutsche Bank, spulciando statistiche della Federal Reserve, la banca centrale americana, è degno di nota, tanto che una columnist del “Financial Times”, Gillian Tett, vi dedica la sua rubrica del fine settimana. Il volume dei bigliettoni con l’effige di Benjamin Franklin nell’ultimo decennio è raddoppiato: in tutto il mondo, ne circolano 12 miliardi e mezzo di esemplari.
Ma il lato più curioso del fenomeno è che nessuno sa il perché: al massimo si avanzano ipotesi. Per cominciare, la domanda di “100 dollars bills” va contro la logica economica: è aumentata perfino mentre la Fed ha fatto salire i tassi d’interesse Usa, manovra che dovrebbe spingere i consumatori a tenere i soldi in investimenti più produttivi. «È l’opposto di quello che insegnano i manuali», osserva Slok. Né si può presumere che i “verdoni” da 100 vengano usati per la vita di tutti i giorni: una ricerca suggerisce che in una giornata media soltanto il 5 % degli americani hanno in tasca banconote di tale entità. Allora? Il quotidiano della City azzarda tre teorie. La prima è che i biglietti da 100 servano alla criminalità organizzata per nascondere i propri guadagni.
Da quando nel 2016 la Ue ha abolito le banconote da 500 euro, quelle da 100 dello “zio Ben” le avrebbero sostituite come denominazione preferita delle mafie. Un indizio pare confermarlo: quattro quinti dei centoni sono custoditi fuori dagli Usa. Ma non ci sono prove che negli ultimi dieci anni sia raddoppiata l’attività criminale. La seconda pista è la crisi dei migranti: milioni di persone che porterebbero con sé risparmi per una nuova vita in banconote da 100 dollari. La terza possibilità è che, nella lunga stagione di incertezza, ricchi e poveri di tutto il pianeta non si fidino di investimenti più tecnologici, cercando sicurezza in un gruzzolo di bigliettoni da 100 dollari: l’equivalente dei soldi sotto il materasso. Il mistero non ha soluzione certa.
Si può solo ironizzare che, nell’era dei pagamenti contactless e della rivoluzione digitale, qualche bene tangibile, come una carta da 100 $, abbia ancora valore. I cambiamenti culturali, conclude la commentatrice del Ft, non avvengono in linea retta: Silicon Valley fa bene a tenerne conto.