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 2019  marzo 09 Sabato calendario

Intervista ad Alberto Angela

«Lo sapeva che la prima sala nelle grotte di Frasassi è così grande che ci potrebbe stare il Duomo di Milano? Lo sa che ci sono stalattiti alte due metri e che si sono formate in dodicimila anni?». Pietà. Ci si sente sempre un po’ impreparati quando si parla con Alberto Angela, meno male che spiega tutto in tv. Non c’è scampo: grotte, paesi, piazze, mosaici, chiese non hanno segreti. Con la tuta da sub, in tenuta da scalatore, versione speleologo: per il ritorno con Meraviglie - La penisola dei tesori, da martedì su Rai1, non si è fatto mancare niente. Dagli abissi alle vette passando per le esplorazioni sottoterra. Sempre col suo aplomb, naturalmente, che lo fa apparire al pubblico femminile come una specie di supereroe enciclopedico. «Faccio cose alla mia portata» spiega subito, per non creare equivoci «non faccio il fenomeno, non sono spericolato. Per capirci, non mi lancerei mai da un ponte con gli elastici. Non vado in tv per rischiare la vita».

Il paleontologo diventato il divulgatore più popolare della tv (il padre Piero racconta che ora quando lo fermano gli chiedono: «È il papà di Alberto?») a 56 anni è rimasto un bambino curioso ed è la persona più discreta del mondo. «Sono a Gerusalemme, stiamo girando servizi per Ulisse » spiega al telefono. «Si gela, ci sono piogge torrenziali. Pensare che quando ci sono stato l’anno scorso c’erano 50 gradi».
Meraviglie è un giro d’Italia in dodici tappe (quattro puntate, stasera su Rai1 alle 23.15 il backstage della trasmissione) per conoscere i siti patrimonio dell’Unesco o in attesa del riconoscimento, con ospiti (tra i tanti Renzo Arbore, Pippo Baudo, Gigi Proietti, Paolo Fresu, Dori Ghezzi). Bellezze da Nord a Sud: il Monte Bianco, un tuffo a Baia, nel golfo di Napoli, alla scoperta del parco archeologico sommerso, il barocco in Val di Noto, le grotte di Frasassi, i tesori della Sardegna.
Fare della propria passione un lavoro è un privilegio, ci pensa mai?
«Ne sono consapevole. Vado in giro per mostare la bellezza, per far capire che l’Italia è tutta da scoprire, ricca di tesori artistici inestimabili. Sa cosa mi stupisce? Che andiamo a cercare la bellezza altrove, quando basta guardarci intorno».
Come si fa divulgazione?
«Portando il pubblico nei luoghi che racconti, cercando di essere sempre più chiari possibile. Il concetto è quello del “bersaglio mobile”, noi continuiamo a muoverci per mostrare le meraviglie che non si vedono, sott’acqua per esempio. Come vedere un quadro e starci dentro, o scegliere un cibo che ti piace e assaggiarlo».
Cosa la guida?
«La curiosità, che riesco a trasmettere agli altri. Non mi fermo mai, da nessuna parte. A Urbino non basta visitare i palazzi, sai che dietro c’è una storia. Come fai a non guardare i dettagli, a non pensare a chi è passato per quelle strade, a chi ha realizzato quelle tegole? La storia è importantissima».
È stato in Val di Noto, nei luoghi di Montalbano: è un fan della serie?
«Certo, e mi sono veramente emozionato. Quel barocco è magico, i palazzi, le chiese sono color miele. Lì ti accorgi che il protagonista è il silenzio».
Stavolta fa immersioni e scala le montagne, si è allenato?
«No. Non sono andato in palestra. Però quando posso vado a nuotare, è rilassante e tonifica i muscoli».
Qual è l’offerta televisiva più strana che le hanno fatto?
«Veramente le proposte più strane vengono dalla mia redazione, abbiamo l’ok per andare nei luoghi più stravaganti, tipo i sottomarini o quegli aerei dove si allenano gli astronauti. Sa che sensazione si prova? Come in un ascensore che precipita».
Uno lo evita volentieri, a meno che non lo prescriva il medico.
«Non prendo mai rischi inutili, calcolo sempre se vale la pena. Ma fare le cose gratuite no, sperimento solo quelle che mi interessano. La vita è sacra». 
 Con i suoi genitori ha viaggiato fin da piccolo.
Continua a farlo per piacere?
«Certo. Ma per me anche i viaggi di lavoro sono un piacere. Sfrutto ogni singolo momento libero per visitare un museo o scoprire un angolo nascosto. Il viaggio è una scuola di vita: apprezzi modi diversi di pensare. Non li devi sposare, ma capire che esistono.
La diversità è ricchezza».
Anche la cultura è un modo di fare politica?
«Resto lontano dalla politica, quello che mi interessa è far capire ai giovani, che sono sensibili e curiosi, come sia importante guardarsi indietro. Se abbiamo creato capolavori nel passato possiamo tornare a farlo. La cultura è una ricchezza».
I continui scossoni in Rai la preoccupano?
«Noi vogliamo fare sempre un prodotto all’altezza. Avvengono cambiamenti nel paese, nel governo, ovunque. Ma tu sai che devi continuare a dare il massimo della qualità. Nella vita c’è un continuo cambiamento di presenze e equilibri. Noi facciamo tutto con gli interni Rai, ed è un orgoglio per il servizio pubblico».
Come si vede da qui a cinque anni?
«Non so come sarò. Credo che avrò sempre una grande fame di conoscenza. Ho la fortuna di avere la stessa curiosità di quando ero piccolo».
Lavorerà fino a 90 anni come suo padre?
«Non prevedo la pensione, essendo libero professionista so che dovrò sempre lavorare. Battute a parte, vado avanti e non mi fermo. Finché posso, cercherò di spiegare il mondo».