ItaliaOggi, 8 marzo 2019
Trenta prof sfiduciano il rettore
Tutta colpa della politica. «Quando ho detto agli studenti che sto combattendo contro le ingerenze della politica in Valle d’Aosta ho preso un minuto di applausi». Sulla scrivania del rettore dell’Università aostana, il costituzionalista torinese Fabrizio Cassella, ci sono due lettere di sfiducia. Una firmata da 30 docenti su 49. L’altra sottoscritta dal 90 per cento degli amministrativi. Secondo il personale dell’ateneo, Cassella avrebbe bloccato nomine e procedure, paralizzando il sistema accademico. Accuse che il rettore, parlando di ingerenze politiche, respinge con forza.L’Università di Aosta conta circa 1.200 studenti. E vive quasi esclusivamente di finanziamenti regionali. Pochi giorni fa il cda ha approvato un piano per uscire dall’esercizio provvisorio e dallo stallo che, secondo professori e amministrativi, sarebbe stato causato dalla gestione di Cassella. «Cassella ha proposto di conferire al rettore il potere di decidere sulle attività attribuite da statuto agli organi collegiali per escludere di fatto il corpo accademico dalle decisioni», ha spiegato il direttore del dipartimento di Scienze economiche e politiche, Marco Alderighi.
«Questi e altri fatti sono stati portati all’attenzione del cda, che all’unanimità ha preso atto dell’impossibilità di prosecuzione del rapporto fiduciario. Nell’attesa, gli organi competenti stanno valutando come procedere per garantire la piena risoluzione della situazione». La crisi del sistema universitario, secondo le testate locali, è senza precedenti. «Il rettore era presente in Università meno di una volta alla settimana», ha aggiunto Alderighi. «Per anni non abbiamo fatto l’inaugurazione dell’anno accademico e ha cercato di mettere in conflitto le diverse componenti dell’ateneo, riportando ad alcuni docenti e ricercatori notizie non corrispondenti ai documenti in suo possesso».
Cassella, però, non intende lasciare la carica. «La sfiducia non esiste e per questo non me ne andrò», ha detto il rettore a la Repubblica Torino. «La colpa è delle ingerenze della politica. Lo stop al bilancio l’hanno deciso in dicembre il direttore generale e il presidente della Regione senza avvertirmi». Il governatore della Valle d’Aosta è l’autonomista Antonio Fosson, ex senatore dell’Union valdôtaine che proprio lo scorso dicembre ha preso il posto della leghista Nicoletta Spelgatti, in carica per pochi mesi. «Le frizioni sono grandi e non siamo riusciti a ricomporle», ha sottolineato Fosson. «Noi abbiamo approvato il bilancio per uscire dall’esercizio provvisorio anche senza il rettore. Nei prossimi giorni lo incontrerò e gli farò notare questo disagio che va avanti da tanto e per il quale cercheremo una soluzione».
Sulla questione è intervenuto anche l’assessore regionale all’Istruzione, Chantal Certan. «Credo sia opportuno sottolineare come l’interesse dell’amministrazione sia quello di avviare al più presto un’azione progettuale concreta, in un clima di collaborazione con l’intero mondo accademico e con gli enti preposti alla ricerca e alla formazione». Il consiglio dell’Università della Valle d’Aosta è stato convocato per il prossimo il 22 marzo. Una data cruciale per il sistema accademico della regione più piccola d’Italia.