Il Messaggero, 8 marzo 2019
Antonello Venditti compie 70 anni. Intervista
La prima notizia è che oggi Antonello Venditti compie 70 anni. La seconda è che oggi e domani festeggerà con due concerti al Palalottomatica di Roma – in scaletta i grandi successi e le canzoni di Sotto il segno dei pesci, album pubblicato esattamente 41 anni fa – la terza è che sarà pure invecchiato (i capelli sono tinti, sui social glielo dicono, lui ci ride sopra e se ne frega), ma grinta e passione sono sempre le stesse. Con lui, ovviamente, si parla di tutto.
È diventato un fan di Salvini? Due giorni fa, dopo una sua intervista a Vanity Fair, il web è insorto accusandola di simpatie leghiste.
«Non lo sono e non lo sarò mai. Io parlavo solo di linguaggio. Mi auguravo che ci fosse qualcuno di sinistra capace di interpretare gli umori e le istanze del suo popolo come Salvini fa, benissimo, con il suo. Niente di più».
A proposito, Guccini ha detto che il 3 marzo con il risultato di Zingaretti è stato un gran giorno per la Sinistra: lo pensa anche lei?
«Certo. Nicola ha già portato serenità e voglia di guardare avanti per fare un’opposizione agguerrita. La sua è la faccia pulita di un Pd onesto. È molto importante aver mandato a casa il vecchio establishment».
Mai avuto a che fare con Renzi?
«L’ho incontrato solo una volta in un corridoio Rai vicino a Porta a porta. Aveva troppo da fare per parlare con me».
A 70 anni il suo carattere – sono parole sue – è sempre di merda o è cambiato?
«C’è chi lo pensa. Ma credo di avere semplicemente un carattere. Non un brutto carattere».
Com’è arrivato a quest’età?
«Come un ragazzo che ha vissuto e ha fatto tanta strada, e tanta ancora pensa di farne. Non come un settantenne. Sono sempre lo stesso, io. Un libero pensatore che non corre dietro a nessuno, osserva, analizza e va avanti».
È stato mai equivocato?
«È successo e succede. Le critiche continuano ad arrivare e per certi versi sono sempre le stesse. Gli unici che mi capiscono veramente sono i fan, che apprezzano la mia onestà intellettuale, sanno chi sono e dove voglio andare».
Dove?
«Dove ci sono armonia, pace e bellezza».
Si sente sottovalutato dalla critica? Spesso lo ha lasciato intendere.
«Mah. Io rispetto la libertà di criticare, e ovviamente voglio poter fare altrettanto. Oggi, però, con i social è diventato un tiro al piccione. Arrivano critiche da tutte le parti. Io quello che voglio, come dico nella canzone, è solo amore e unità per noi».
Come tutti, più o meno.
«Mica tanto. C’è parecchia gente che non vuole affatto queste cose. A me, invece, dà gioia sapere di aver aiutato con la musica tanta gente a uscire da crisi profonde. Senza quelle canzoni la mia vita sarebbe stata più arida».
Quali social usa?
«Instagram e Facebook, con moderazione».
È vero che le arrivano spesso foto piccanti dalle fan?
«Questo chi gliel’ha detto?».
È vero?
«Credo che succeda un po’ a tutti nella mia posizione».
Per arrivare fin qui è stato più coraggioso o incosciente?
«Sono responsabile, quindi più coraggioso. Chi non ha il senso della paura e della misura è un avventuriero».
Chi deve ringraziare per primo?
«A chi mi ha fatto reagire alle ingiustizie: i miei genitori. Gli stessi che ho così tanto criticato. Ho sofferto tantissimo per problemi familiari ed è per superarli che sono diventato Antonello».
Che ne pensa della Roma di oggi?
«Vorrei aiutarla. Basta criticarla in maniera scomposta. Diamoci da fare».
Lo sfizio da togliersi alla sua età?
«Ho scoperto di avere tanti amici che non credevo fossero tali. Giovani che mi vedono come un riferimento non solo musicale. Fra i tanti frequento Ultimo e Carl Brave, e credo che, per aiutare a risolvere i problemi, insieme si potrebbe ricostruire un’immagine di Roma unita e compatta. Ecco, mi piacerebbe essere il centro di tutto questo movimento».
Quindi facendo un po’ il maestro, ruolo che ha sempre rifiutato.
«E continuo a rifiutare. Diciamo che immaginando una classe sarei il ripetente, quello con più esperienza».
Coinvolgerà questi nuovi compagni in qualche progetto musicale?
«Ultimo, e non solo lui, di sicuro. Stasera e domani, per esempio, sarà con me al Palaeur. Io poi farò altrettanto andando da lui il 4 e 5 luglio all’Olimpico. Poi ci sarà il disco».
Stasera e domani avrà altri ospiti?
«Ci sarà Zucchero. E altri amici. C’è la fila».
Se la Rai dovesse proporle di fare il direttore artistico a Sanremo al posto di Claudio Baglioni?
«Nulla è impossibile. Ci vuole pelo sullo stomaco, però, e una capacità organizzativa che non ho. A meno di non diventare un lupo mannaro...».
Gliel’hanno già proposto?
«No. Ma qualcuno potrebbe anche farlo».
Dopo il film su Freddie Mercury è in arrivo quello su Elton John: le hanno mai chiesto qualcosa di simile?
«Da 40 anni. Ma non amo i musical e i film biografici. Meglio le canzoni. Lì c’è tutto».