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 2019  marzo 08 Venerdì calendario

Il figlio di La Russa fa il rapper ed è «strafatto»

meridionalix
«Sono tutto matto, sono tutto fatto». Leonardo Apache La Russa forse non verrà ricordato come uno dei più grandi poeti della sua epoca ma nel genere rap s’è sentito anche di peggio. Il terzogenito dell’ex ministro della difesa ha deciso di intraprendere la carriera musicale col nome d’arte di “Larus“. Una settimana fa, ha pubblicato il suo primo video del suo primo singolo, cantato in collaborazione con tal Apo Wayò. E alcuni passaggi della sua composizione hanno fatto incavolare il padre come una bestia. Intervistato da “Radio Capital”, La Russa padre ha commentato: «Fa il rapper per hobby, non ho voluto che si chiamasse La Russa e lui ha accorciato il nome. Nella canzone dice “Sono tutto fatto”? Tranquilli, non è fatto, il concetto di fatto ha un significato diverso. Comunque, i padri sono sempre gli ultimi a saperlo. Se lo acchiappo con la droga lo ammazzo». Poi, il vicepresidente del Senato ha rivelato i dettagli di un botta e risposta avuto col giovane sui testi delle canzoni rap: «Lui mi ha detto che se in queste canzoni non ci si mette le parolacce non hanno senso. Gli ho chiesto: “Perché?”. Lui mi ha risposto: “Papà, non sai un caz*o dei rapper”. Io sono un liberale. Ho le mie idee e non voglio imporle a nessuno, neanche a mio figlio». Non è la prima volta che un “figlio d’arte” si cimenta in questo genere musicale. Anche il figlio del direttore del Fatto Marco Travaglio qualche anno fa s’è buttato nella mischia, col nome d’arte di Dj Trava, e ha anche partecipato in passato alla trasmissione “Italia’s Got Talent” (ottenendo quattro sì dai giudici Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli). Adesso non resta che sognare un duetto tra i due ragazzi. Al di là delle questioni politiche, il video della canzone di Larus, sembra aver già ottenuto un discreto successo: ha totalizzato poco meno di tredicimila visualizzazioni a una settimana dal suo debutto online.