La Stampa, 7 marzo 2019
In Italia meno tv e più Internet
Il settore televisivo cambia, ma molto lentamente. Questo emerge dallo studio di Mediobanca presentato ieri a Milano, che prende in esame in particolare i dati del quinquennio 2013-2017. In questo periodo la tv tradizionale ha perso 500 mila telespettatori, in media giornaliera, anche se questo non ha ostacolato la raccolta pubblicitaria (+6,3%).
Il pubblico della tv tradizionale nel 2017 è sceso per la prima volta sotto i 10 milioni di telespettatori giornalieri, mentre si assiste al fenomeno delle nuove piattaforme a pagamento come Netflix, Amazon Prime Video e Dazn. I trend di ascolto nei cinque anni confermano anche la crescita dei canali tematici, dove è la Rai a farla sempre da padrona. L’indagine, citando dati di ItMedia e di Ey, mostra poi il progressivo spostamento delle famiglie italiane sulla tv via internet a discapito di digitale terrestre e satellite e rimarca i numeri più che raddoppiati dei clienti delle piattaforme a pagamento alternative di video on demand: 5,2 milioni a giugno 2018 contro i 2,3 milioni di giugno 2017. L’anno scorso l’unica rete tradizionale ad aumentare gli ascolti è stata La7 (4,2% contro il 3,4% del 2017).
Nel quinquennio il settore televisivo ha accumulato perdite nette per 321 milioni di euro mentre i ricavi sono aumentati del 3,5 per cento grazie all’andamento della raccolta pubblicitaria(+6,3%), alle maggiori entrate della pay-tv (+3,2%) e all’incremento del contributo del canone Rai (+2,3%), comunque il più basso d’Europa. L’indagine mette in evidenza anche le differenze tra i vari concorrenti: se nel quinquennio Rai ha cumulato perdite per 214 milioni di euro, chiudendo in utile solo 2013 e 2016, Mediaset ha sommato risultati negativi per totali 167 milioni e La7 ha sempre chiuso gli esercizi in rosso raccogliendo complessivamente un passivo di 89 milioni.
In utile invece Discovery Italia (31 milioni sui cinque anni) e Sky (118 milioni soprattutto per effetto di 100 milioni di profitti del 2017). La redditività è in ripresa per tutti i gruppi e, a livello aggregato, è passata dal 3,6% del 2013 al 6,5 del 2017 per rapporto tra utili operativi e fatturato. Nei ricavi Sky è tornata a essere nel 2017 leader a livello nazionale, superando Rai che nel 2016 aveva beneficiato dell’effetto canone: 2,82 miliardi il fatturato della società del gruppo Comcast contro i 2,6 miliardi della rete pubblica. Il ritmo di crescita maggiore sui cinque anni è però quello di Discovery che arriva quasi al 70%.