il Giornale, 7 marzo 2019
Catalogo dei super-ricchi
Rodolfo Parietti
Sono i fuoriclasse mondiali. Nel senso che non appartengono a nessuna classe sociale, ma solo all’apogeo degli straricchi. È un club esclusivo, composto da poco più di 2.100 soci, con una fortuna complessiva pari a 8.700 miliardi di dollari. Tanto per farsi un’idea, è un valore superiore ai Prodotti interni lordi di India, Regno Unito e Canada messi assieme. Puntuale come una cambiale, anche quest’anno Forbes squaderna con certosina meticolosità ricchezze a nove zeri e registra chi ha preso l’ascensore per il paradiso e quanti sono invece scesi al piano di sotto. In genere, minime le variazioni, moltissime le facce note che popolano la graduatoria. Forbes non fa analisi, non dà giudizi. Quest’anno si limita al lapalissiano: ai comuni mortali viene ricordato che gli sghiribizzi della Borsa e un’economia reale in appassimento hanno fatto male anche ai Creso del terzo millennio. Tutti insieme, ci hanno infatti rimesso lo scorso anno 400 miliardi. Come bruciare in 12 mesi l’intero Pil della Nigeria. E vivere comunque felici.
Ma poi c’è anche chi ha saputo dribblare Wall Street, Brexit, guerra dei dazi Usa-Cina e la querelle sui tassi fra Donald Trump e Jerome Powell: lui è Jeff Bezos, patron di Amazon, l’uomo più ricco del mondo dall’alto dei suoi 131 miliardi di patrimonio, gonfiato di 19 miliardi dalle vendite online. Più che dei mercati, Bezos dovrà guardarsi dall’ex moglie: l’assegno divorzile rischia di essere un vero salasso. A seguire, Bill Gates, co-fondatore di Microsoft, un altro che ha visto la sua ricchezza crescere a 96,5 miliardi, rispetto ai 90 miliardi del 2017. Al terzo Warren Buffett, 88 anni. Qualcosa deve essere però andato storto al vecchio guru degli investimenti, la cui fortuna si è rimpicciolita di 1,5 miliardi a 82,5 miliardi. Podio interamente occupato da americani, così come sono gli States a esprimere 607 miliardari che valgono 3.111 miliardi. La Cina, seconda, ne piazza 324 con fortune per un totale di 940 miliardi. Ennesima conferma dell’ascensione compiuta dal Dragone nella stairway to heaven del capitalismo globale.
Anche l’Italia, nel suo piccolo, riesce però a difendersi. I paperoni sono 35, e il loro patrimonio ammonta a 35 miliardi. Il primo italiano della classifica resta Giovanni Ferrero, padre della Nutella, che con 22,4 miliardi scivola al 39esimo posto (dal 37esimo); Leonardo Del Vecchio, presidente di Luxottica, scende al 50esimo con 19,8 miliardi mentre Stefano Pessina, ceo di Walgreens Boots Alliance sale al 107esimo posto con 12,4 miliardi (dal 127esimo). Al quarto posto tra gli italiani e al 173esimo della classifica generale figura lo stilista Giorgio Armani (8,5 miliardi). Nella top five tricolore svetta Massimiliana Landini Aleotti e famiglia, che con un patrimonio di 7,4 miliardi si colloca al 198esimo posto della classifica generale; con i suoi tre figli ha ereditato dal marito defunto il gruppo farmaceutico Menarini. Silvio Berlusconi e famiglia sono al 257esimo posto.