La Stampa, 6 marzo 2019
È Ibm il computer quantistico più potente di sempre
Ci avviciniamo al «punto di svolta», quello in cui i computer quantistici raggiungeranno il mondo reale. Ibm ha annunciato, in occasione della conferenza dell’American Physical Society a Boston, di aver tagliato un nuovo traguardo: il «Quantum Volume» più alto di sempre.
Si tratta di una misura sviluppata dalla stessa Ibm che determina quanto sia potente un computer quantistico. Il calcolo viene fatto sulla base di una serie di parametri, come l’efficienza dei compilatori e della connettività, nonché l’instabilità dei qbit, i margini di errore e così via. Il risultato suggerisce quanto siamo vicini all’atteso «Quantum Advantage», il momento in cui i computer quantistici saranno in grado di gestire problemi molto complessi con significativi vantaggi rispetto alle applicazioni con i computer tradizionali. In altre parole, il «Quantum Volume» ci dirà quando questa tecnologia sarà pronta per uscire dai laboratori ed essere applicata alla vita reale.
L’Ibm era riuscita a raddoppiare la potenza dei propri sistemi di calcolo quantistico, appunto il «Quantum Volume», tra 2017 e 2018. E lo ha fatto nuovamente nel 2019. Probabilmente è per questo che il colosso informatico ha stabilito una «roadmap» che fissa obiettivi ambiziosi da qui al 2030, come quello di raddoppiare le prestazioni dei propri sistemi ogni anno. «Stiamo proponendo una roadmap - dice Sarah Sheldon, a capo del team -. L’obiettivo è raggiungere il livello in cui la capacità quantistica avrà un impatto reale su scienza e business. E perché ciò avvenga prima del 2030 dobbiamo raddoppiare il “Quantum Volume” ogni anno».
Questo, nel 2017, era fissato a 4 e ha toccato 8 lo scorso anno. Fino ad arrivare, con il lancio di «Q Sytem One», il primo sistema quantistico destinato all’uso commerciale, a quota 16. Alcuni esemplari di «Q Sytem One» entreranno in funzione quest’anno, ospitati dal centro di calcolo a Poughkeepsie, New York. L’idea è offrire una sorta di quantum computing «as-a-service», erogato attraverso il cloud e la piattaforma «Q Network».
Le applicazioni potrebbero essere straordinarie: dalla crittografia alla medicina fino al «machine learning». Probabilmente la prima cosa che faremo con i quantum computer sono le simulazioni, come quelle in ambito chimico. Studieremo il comportamento di un farmaco o come i fertilizzanti conservano energia. Oppure, ancora, capiremo come i componenti di uno pneumatico interagiscono con la strada.