ItaliaOggi, 5 marzo 2019
Germania, università per le spie
Chi vuol diventare spia, può conseguire un master in 007. Ci sarà una laurea in agente segreto? Spione in Hörsaal, intitola la Süddeutsche Zeitung, come dire spie nell’aula universitaria. La Germania si è resa conto di essere rimasta indietro, anche se ha ben tre servizi segreti, il Bundenarichtendienst, Bnd, il controspionaggio, il Verfassunsschutz, letteralmente l’ente per la difesa della Costituzione, responsabile per il controllo interno, e il servizio d’informazione delle forze armate, spesso in concorrenza tra loro. Ma non si evitano gli attentati terroristici, gli agenti cinesi e russi carpiscono i segreti industriali del Made in Germany, ci si fida troppo degli amici americani, e Obama spiava persino il cellulare di Frau Merkel (che non l’ha dimenticato). Trump sarà più corretto?Così, all’Università dell’esercito, a Neubiberg, paesino nei pressi di Monaco, è stato creato un master in Intelligence and Security Studies, cioè nella vecchia e nuova arte dello spionaggio, su richiesta ufficiosa della Cancelleria. Frau Angela si preoccupa della sicurezza del suo paese. Per essere ammessi a seguire il corso bisogna già avere una laurea, in economia, in psicologia, e preferibilmente in informatica. Il diploma apre le porte per una promettente carriera, senza rischi. Una spia moderna non affronta nemici come James Bond, combatte la sua battaglia seduto in ufficio davanti a un computer. Dovrebbe evitare che un hacker ventenne, come è avvenuto di recente, carpisca i dati dei vip tedeschi, e controllare gli attacchi nel web degli agenti di Putin, o della Cina.
Gli agenti con diploma sapranno penetrare nei vostri computer casalinghi, leggere le vostre email, e controllare i sistemi informatici della Siria o dell’Iran, prevenire un attacco aereo, e individuare i terroristi entrati in Germania come profughi. In fondo, niente di nuovo, ma le tecniche diventano sempre più sofisticate quasi di mese in mese. È vitale tenersi sempre up to date, cioè aggiornati, e sono previsti meeting con i capi dei vari servizi segreti, per informarli sulle nuovissime tecniche, e cercare di coordinare il loro lavoro. Il Verfassungsschutz, ad esempio, ha sedi in ognuna della sedici regioni, e non sempre riescono a coordinarsi tra loro.
James Bond era troppo romantico e individualista per poter insegnare all’università delle spie, forse non sarebbe neanche stato ammesso come studente. Ma avrebbe sorriso anche Markus Wolf, il capo del controspionaggio della scomparsa Ddr, da non confondere con la Stasi, la Gestapo rossa. Quel che importa, mi spiegava, non è sapere quante viti ha un carro armato del nemico, ma conoscere lo stato d’animo del generale, o del ministro della difesa. Se si vuol controllare tutto si finisce per non saper nulla. Per lui, quel che conta, è il fattore umano, e non la tecnologia più sofisticata. Non a caso, nella guerra delle spie, tra Est e Ovest, a vincere fu sempre lui.