Libero, 5 marzo 2019
Se la moglie è incinta il marito ingrassa
Se è vero che, come sosteneva Freud, le donne invidiano all’uomo il pene, è altrettanto vero che l’uomo non invidia alla compagna le doglie del parto. Discorso diverso per quanto attiene al pancione della gravadanza che vanta piccoli ma frequenti tentativi di imitazione da parte del maschio. Tanto che, il ventre dell’uomo, cresce assieme a quello della sua compagna durante la gestazione. Ce lo conferma uno studio condotto dalla Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago. L’indagine si è svolta monitorando il BMI (indice di massa corporea) di oltre 10mila uomini per dieci anni, partendo dall’età adolescenziale ed arrivando a quella adulta, fino al raggiungimento della tanto agognata paternità. Se ne è concluso che, il peso di un uomo di 180 cm, aumenta di circa 2 chili in seguito all’arrivo del discendente. Ad innescare l’ingrasso pare che intervengano cause e concause, tra le principali, un’alimentazione squilibrata ed un’improvvisa riduzione del sonno determinata dai vagiti notturni del bebè. Questo spiega perché, i volontari che per lavoro risiedevano lontano dalla famiglia, hanno subito un incremento di peso minore (equivalente ad 1,5 kg) rispetto a coloro che vivevano a stretto contatto col nuovo arrivato. Di contro, gli esaminati che non sono diventati padri, sono perfino dimagriti, perdendo circa 300 grammi. Per i papà novelli che strizzano l’occhio alla forma fisica si rende quindi imperioso il rispetto di qualche regola che potrebbe aiutare ad imbrigliare la situazione, scongiurando il rischio di un eccessivo impinguamento: in primo luogo, bandire la birra, la quale favorisce l’ingrasso stimolando i recettori di estrogeni. Ridurre il consumo di zuccheri ed aumentare quello di proteine. Imparare a gestire lo stress attraverso la meditazione, così da limitare la produzione dell’ormone cortisolo che contribuisce all’aumento di peso; ed in ultimo, accettare senza troppe resistenze l’eventualità che, la genitorialità, oltre alla struttura fisica della madre stravolga anche un po’ quella del padre.
EMPATIA
Del resto non ha mai rappresentato un mistero l’empatia che il maschio sviluppa con la gestante che porta in grembo il suo bambino, tanto che, nell’isola di Cipro, egli finisce perfino col ritirarsi in una capanna in solitudine per simulare le sofferenze alle quali la donna va incontro nel dare alla luce il nascituro. Ma anche senza il suffragio di questi sensazionalismi culturali, possiamo sostenere che sì, i disagi della gestazione possono ripercuotersi sull’uomo, e non solo a parto avvenuto ed attraverso l’aumento di peso, come comprovato dall’ateneo di Chicago. Un antico disturbo noto come “Sindrome di Couvade” colpisce i maschi tendenti a sviluppare un rapporto simbiotico con la partner, inducendoli a condividere, con quest’ultima, gli effetti collaterali della dolce attesa, tra i quali: dolori come crampi e mal di schiena, cefalee, tremori muscolari, coliche addominali, nausee mattutine alternate a voglie notturne, sbalzi d’umore con tendenza all’irritabilità, insonnia ed ansia.
PARTE ATTIVA
E chissà che a determinare cotanta interconnessione tra l’uomo e la donna, al di là della sintonia di coppia, non sia un inconscio complesso maschile che interviene a rendere anche il padre parte attiva in un processo generatore a lui precluso, capace di dare riscontro al miracolo della vita! Perché invero, forse, quella proverbiale consapevolezza che a noi uomini saranno a vita sconosciuti i dolori del parto, da una parte ci appaga, dall’altra ci svilisce.