Il Sole 24 Ore, 5 marzo 2019
Aumenti salariali dell’8% per gli statali tedeschi
«Il mercato del lavoro in Germania? Sta in forma eccellente: la disoccupazione è ai minimi dalla riunificazione, gli occupati sono oltre 45 milioni e segnano di continuo nuovi record, i posti di lavoro vacanti sono arrivati a 1,46 milioni, una quota senza precedenti». A conferma dello stato di ottima salute di cui gode il mercato del lavoro in Germania, così come descritto dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann, è arrivato nel fine settimana l’aumento salariale spuntato dai dipendenti pubblici dei 15 Länder (Assia esclusa) con un contratto collettivo definito buono da datori di lavoro e sindacati e dunque un «buon compromesso»: +8% spalmato su 33 mesi e comunque mai sotto i 240 euro di incremento complessivo e inoltre rialzi a macchia di leopardo mirati a migliorare stipendi troppo bassi soprattutto nell’assistenza a bambini e anziani. L’accordo è stato fatto per 800mila lavoratori dipendenti e poi esteso ad altri 1,1 milioni ma per i sindacati DBB e Ver.Di saranno 3,3 milioni a trarne beneficio: «Il contratto è un successo perchè livelli così non si vedevano da anni». Costerà ai Länder 7,3 miliardi di euro al 2021.
Proprio ora che la crescita del Pil tedesco rallenta attorno all’1% atteso per quest’anno dall’1,5% del 2018 e il 2,2% del 2016-2017, la Germania è in grado di intervenire attingendo alle casse dello Stato, casse che sono state abbondantemente rimpinguate durante il periodo di vacche grasse: anche se a pagare non sarà lo Stato federale ma direttamente i Länder. Rispetto a una richiesta dei sindacati di un aumento del 6% entro 12 mesi per un totale di 200 euro, l’accordo finale prevede un incremento delle retribuzioni più elevato che si raggiungerà su un periodo più esteso, 33 mesi: +3,2% in via retroattiva calcolato dal primo gennaio 2019, un altro +3,2% a seguire e poi nel 2012 un ultimo 1,4%.
L’accordo salariale per i lavoratori della pubblica amministrazione negli Stati-Regione, tra i quali gli agenti di polizia, mette inoltre al riparo settori additati perché sottopagati, come gli insegnanti, gli addetti agli asili nido, gli infermieri per anziani. Per la fine del settembre 2021, come minimo l’accordo garantisce un aumento di stipendio di 240 euro al mese: questa soglia è stata fissata, insieme all’8%, proprio per assicurare che i salari troppo bassi non fossero adeguatamente compensati da un incremento in percentuale. Inoltre sono stati identificati degli aumenti ad hoc e in aggiunta al contratto collettivo: 120 euro per alcuni assistenti sanitari, 105 euro per speciali categorie di insegnanti, 50 euro per chi è assunto in periodo di prova.
Perché l’inflazione di fondo aumenti nel medio periodo, oltre alle misure di politica monetaria e il perdurare dell’espansione economica, occorre per la Bce «una più vigorosa dinamica salariale». Ed è questo che sta lentamente arrivando dalla Germania. Questo contratto collettivo, si inquadra in un contesto più ampio di incremento delle retribuzioni in Germania, dove l’indice dei prezzi al consumo armonizzati, sempre citando la Bundesbank, viaggia attorno a +1,9%, livello più alto del 2012: per contro l’inflazione core non ha raggiunto il livello inferiore ma prossimo al 2%, il target della Bce di medio termine (questo giovedì la Banca centrale è attesa con nuove previsioni e un taglio dello 0,1% oppure dello 0,2% sull’ inflazione area dell’euro misurata sullo IAPC per il 2019). Un misto di piena occupazione, disoccupazione ai minimi storici e aumenti salariali sta avendo infine in Germania un impatto sulla domanda interna, che ha tenuto nel secondo semestre del 2018 finito in stagnazione per colpa del calo dell’export. C’è comunque già chi in Germania ricorda che i cordoni della borsa pubblica non possono allentarsi quando è in corso un rallentamento dell’economia che taglierà le entrate tributarie e il surplus di bilancio.