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 2019  marzo 04 Lunedì calendario

MASCHERINA SI O MASCHERINA NO? – IL VIROLOGO PREGLIASCO: “È MOLTO PIÙ IMPORTANTE LA DISTANZA DI SICUREZZA, E NON PORTARE MAI LE MANI AGLI OCCHI E ALLA BOCCA” – GUIDA AI MODELLI (SE LE TROVATE ANCORA): QUELLE CHE FUNZIONANO DAVVERO SONO QUELLE FILTRANTI DI CLASSE FFP2 O FFP3, MA DOVETE INDOSSARLE BENE E DOVETE CAMBIARLE AL MASSIMO OGNI 4 ORE -

Silvia Turin per il “Corriere della Sera” Con l' aggravarsi dell' infezione sono in molti a cercare di proteggersi e, di conseguenza, alla spasmodica ricerca di mascherine di qualunque genere. Ma i diversi modelli non vanno bene per tutti e soltanto alcune categorie di persone dovrebbero indossarli. Le mascherine si dividono in Dpi, «Dispositivi di Protezione Individuale», e Dm che sta per «Dispositivi Medici» o «mascherine Medicali». I Dpi in commercio, di qualunque tipo o categoria, devono presentare la marcatura CE.

Il campo «protezione delle vie respiratorie da rischio biologico» è regolato dalla norma europea UNI EN 149 che classifica i dispositivi in FFP1, FFP2, FFP3, dove FF significa Semimaschera Filtrante . Le mascherine consigliate per chi si deve proteggere dal virus sono di classe FFP2 o FFP3, che hanno un' efficienza filtrante del 92% e 98%. Sono indicate per medici e sanitari che lavorano a stretto contatto con i malati di Covid-19 e ai familiari che li assistono, sono «sprecate» se utilizzate dalle persone infette e sono efficaci solo se indossate con una precisa procedura che viene insegnata.

Non sono consigliate a bambini o persone con la barba o gli occhiali, a causa dell' impossibilità di una perfetta aderenza al viso. Analoghe a queste, sono le maschere in elastomeri o tecnopolimeri dotate di filtro sostituibile P2 o P3: hanno il vantaggio di una migliore tenuta sul viso, ma il loro peso è maggiore. Le FFP1 (che qualcuno chiama in modo impreciso «antipolvere») hanno un' efficienza filtrante del 78% e sono insufficienti per proteggere dal virus.

Possono essere assimilate alle «mascherine medicali» (cosiddette «chirurgiche»), le più diffuse: evitano che il portatore diffonda il virus all' esterno, ma non proteggono adeguatamente dal contagio di provenienza altrui, soprattutto per la scarsa aderenza al volto. Sono quindi indicate per i malati, i soggetti immunodepressi (che sono più esposti alle infezioni), per chi lavora a stretto contatto con categorie a rischio contagio con molte persone sconosciute. Su tutte le tipologie di mascherine descritte possono trovarsi i cosiddetti «filtri», che in realtà sono valvole che permettono una più confortevole respirazione e riducono il riscaldamento dovuto al calore del fiato.

Attenzione però: le valvole proteggono «in entrata», ma rendono i dispositivi non adatti ai malati, perché «buttano fuori» il virus. Ricordiamo anche che qualunque mascherina è monouso e andrebbe cambiata spesso, circa ogni quattro ore.

I dispositivi non servono alle persone sane, che li calzano nel timore di incontrare per strada persone positive: in questo caso, basta anche coprirsi il volto con una sciarpa, ma soprattutto lavarsi le mani, non toccarsi il viso, mantenere la distanza di almeno un metro. Indossare una mascherina, invece, non deve essere motivo per uscire di più e incontrare persone proprio quando è urgente limitare tutti i contatti.

2 - PER COPRIRE LA BOCCA BENE SOLO LE FILTRANTI Enza Cusmai per “il Giornale”

In mancanza di meglio, l' ingegno italico suggerisce la carta forno o l' assorbente femminile come mascherina anti coronavirus. Per non soffocare, però, è preferibile attenersi alle istruzioni di scienziati e Oms.

Mascherina sì Tutti sono concordi nel sostenere che la mascherina non serve a chi è sano ma solo ai malati per trattenere la loro carica batterica. Serve anche agli immunodepressi a rischio infezioni. Ed è suggerita a chi lavora a stretto contatto con estranei come i tassisti.

Mascherina no «Ai sani conta mantenersi a distanza di almeno un metro con gli altri raccomanda il virologo Fabrizio Pregliasco In questo modo anche se incrociate un sintomatico di coronavirus che tossisce e starnutisce la saliva non vi arriva. Cade a terra per gravità. Quindi, molto più importante della mascherina è la distanza di sicurezza». Altro accorgimento fondamentale: «Lavarsi le mani, appena arrivate a casa e se dovete restare fuori, disinfettate le mani con il gel, e non portate mai le mani agli occhi e alla bocca. Il virus si può prendere anche toccando il carrello della spesa, una maniglia sporca o il campanello del citofono».

Mascherine chirurgiche Se ci fa sentire psicologicamente più al sicuro possiamo anche usare le mascherine. Le uniche ancora in commercio in qualche farmacia sono quelle verdi che si usano anche in sala operatoria. Ed è lì che in effetti dovrebbero essere utilizzate. «Secondo l' Oms la mascherina chirurgica va bene al paziente che ha il coronavirus per essere meno contagioso perché le goccioline respiratorie non si diffondano nell' ambiente». Inoltre il virologo avverte che dopo 4-6 ore le mascherine vanno cambiate perché «diventano a loro volta un' occasione per lo sviluppo di batteri».

Mascherine filtranti Quelle consigliate sono FFP2 e FFP3 che hanno un' efficacia filtrante rispettivamente del 92 e del 98%. Servono in ospedale, a chi mette il sondino o ai dentisti che devono aspirare in gola o usare il trapano ad acqua. Perdono la loro efficacia dopo otto ore al massimo.

E per funzionare vanno indossate correttamente. Claudio Galbiati, presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria avverte: «Se le indosso male ne vanifico l' efficacia perché l' aria passa di fianco. Inoltre attualmente sono introvabili perché la Protezione civile ne ha accentrato l' acquisto e la distribuzione».

Vendite on line Diffidate da quello che il web propone.«Abbiamo avuto tante segnalazioni di prodotti inaffidabili precisa Galbiati - Come le mascherine chirurgiche senza marchio Ue e con la dicitura FFP2, prodotti che non esistono sul mercato». Poi c' è la speculazione. Le mascherine filtranti costano da 0,80 a 3,50 euro. Ieri su internet erano proposte a 49,90 euro. Anche quella chirurgica costa qualche decina di centesimi e persino in farmacia viene venduta a un euro. Quindi meglio acquistarla nei negozi paramedicali.