il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2019
Federico Chiesa, l’ultimo simulatore
Che Federico Chiesa, 21enne attaccante della Fiorentina, sia una grande promessa del calcio italiano è un fatto; si dibatte molto, invece, sul suo diritto di entrare a far parte fin da ora di quella categoria di calciatori destinati a passare alla storia, tipo Neymar, come simulatori. In attesa di capire che intende fare della sua immagine il ragazzo, va detto che molto c’è da imparare, in materia. Perchè a buttarsi per terra in area senza essere toccati son capaci tutti: ma sono le finezze a fare la differenza.
Dida,per esempio, che fu portiere del Milan dal 2002 al 2010 e vinse due Champions League, si superò una sera sul campo del Celtic Glasgow: era il 2007, Dida incassò un gol da pollo nel finale (1-2) e un tifoso, nella bolgia generale, entrò in campo per sbeffeggiarlo dandogli un buffetto e fuggendo via. Sorpreso, Dida si mise a inseguirlo quando a un certo punto, come colpito da fulmine, stramazzò a terra. La cosa bella è che si fece portare fuori in barella manco fosse morto, al punto che l’UEFA lo squalificò per 2 giornate (il Milan evitò di fare ricorso). Ai mondiali del 2002, durante Brasile-Turchia, a salire in cattedra fu Rivaldo che nel finale, sull’1-0, aspettava palla per battere un calcio d’angolo. Un giocatore turco, Hakan Unsal, gliela lanciava con rabbia ad altezza coscia e lui, a un passo dal guardalinee, decideva di crollare a terra coprendosi il volto. Risultato: Hakan Unsal espulso. Un po’ come Dybala che in un Torino-Juventus, toccato in corsa da Acquah ad altezza petto, piroettò a lungo in aria per poi schiantarsi al suolo, le mani al volto (Acquah ammonito); lo stesso Dybala che in Spal-Juventus, si era esibito in un tuffo carpiato alla sola vista di Schiattarella, che a un metro di distanza, senza nemmeno averlo sfiorato, rimase a guardarlo salire in cielo manco fossimo a Cape Canaveral. Dilettanti, comunque, al confronto del mitico Bryan Carrasco, centrocampista del Cile, che in un match contro l’Ecuador, trovandosi alle spalle di un avversario su una rimessa laterale, gli prese una mano, se la sbattè con violenza sul viso e andò al tappeto facendo segno di essere stato colpito.
Oggi però di moda vanno soprattutto gli sbirciatori. Il cui socio fondatore è Busquets del Barcellona che durante Barça-Inter 1-0 (Champions 2010), sfiorato a una spalla da Thiago Motta in corsa, precipitò a terrà coprendosi il viso e dimenandosi: e ogni tanto dando una sbirciata all’indirizzo dell’arbitro, a favore di telecamere, per vedere l’effetto prodotto dalla sua sceneggiata (Motta espulso, ed era la mezzora). Proprio come il macho Chiellini in Svezia-Italia 1-0 (per far cacciare Berg: respinto con perdite) e il macho Bonucci in Atletico-Juventus 2-0 (per far annullare il gol di Gimenez: respinto con perdite), i due guerrieri vanto della Juve e della Nazionale. E poi ci sarebbero anche gli arbitri che simulano di essere arbitri: come Tiziano Pieri, che in Bologna-Juventus 0-1 (2004) vide Cannavaro (Juve) sgambettare Thuram (Juve) inseguendo Cipriani (Bologna) lanciato a rete e fischiò punizione per fallo di Cipriani; o come Mazzoleni, che in Juventus-Genoa 3-2, sul 2-2, fece trillare il fischietto dopo che Del Piero, inseguito da Papastathopoulos, si auto-sgambettò fuori area per farsi dare punizione. Con sorpresa, si vide assegnare il rigore.