La Stampa, 4 marzo 2019
Sono ancora 4 i latitanti più pericolosi
Due mafiosi di «Cosa nostra», un criminale sardo dell’«Anonima sequestri» e uno piemontese specializzato in reati ambientali e traffico di rifiuti tossici. Dopo l’arresto, l’altro ieri, del camorrista Marco Di Lauro, la top 5 dei latitanti più ricercati d’Italia si è ridotta a quattro.
Il boss dei boss, il più pericoloso della lista della Direzione centrale per la polizia criminale è senza ombra di dubbio Matteo Messina Denaro. È l’unico italiano a essere stato annoverato dalla rivista Forbes, nel 2011, tra i dieci fuggitivi più ricercati al mondo. Carabinieri e polizia lavorano assiduamente per trovarlo e secondo alcuni è lui il capo assoluto di Cosa Nostra dopo l’arresto di Bernardo Provenzano del 2006. La figura di Messina Denaro - 57 anni, noto come «u siccu», «il magro», sparito nel nulla nel ’93, l’anno delle bombe a Milano, Firenze e Roma - è circondata da un alone di leggende. Alcuni collaboratori di giustizia, per esempio, sono convinti che il mafioso nato in provincia di Trapani si muova indisturbato proprio nella sua terra, la Sicilia.
E c’è persino chi giura di averlo notato allo stadio Barbera mentre assisteva alla partita Palermo-Sampdoria. Mentre qualcun altro lo ha avvistato al mare in Grecia insieme alla compagna Maria. Per non parlare delle ipotesi su interventi di chirurgia estetica facciale per cambiarne i tratti fisiognomici, e di plastica sostitutiva dei polpastrelli per cancellare le impronte digitali. Secondo altri, poi, Messina Denaro si sottoporrebbe a costanti sedute di dialisi a causa di gravi problemi ai reni.
Dal ‘98 è invece ricercato il palermitano sessantenne Giovanni Motisi, «u pacchiuni», «il grasso». Contro di lui accuse di omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage. Tre anni fa è stato inserito nella lista dei criminali più ricercati dall’Europol e pare sia scappato in Francia. Killer di fiducia di Totò Riina, è ritenuto tra coloro che parteciparono al primo incontro per decidere di ammazzare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
L’ultimo bandito dell’Anonima Sequestri, Attilio Cubeddu, 72 anni, è latitante da 22 anni. Dopo aver preso parte in Toscana ed Emilia Romagna ai rapimenti di Cristina Peruzzi, Ludovica Rangoni Machiavelli e Patrizia Bauer, venne arrestato e condannato a 30 anni. Ma dopo un permesso premio, nel ‘97, non rientrò in carcere. E durante la fuga riprese a fare il sequestratore. Fu lui il custode dell’ostaggio Giuseppe Soffiantini.
Chiude l’elenco della Criminalpol Adriano Giacobone, nato a Tortona in provincia di Alessandria 62 anni fa. È uno dei criminali più ricercati del mondo per reati ambientali, bracconaggio, commercio di specie animali protette, smaltimento di rifiuti tossici. È accusato anche di bancarotta fraudolenta, detenzione illegale di armi da fuoco, rapimento, furto e violenza. Si sono perse le sue tracce a metà degli Anni 80.