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 2019  marzo 04 Lunedì calendario

La crisi dei pub britannici

Il pub è da sempre un’istituzione nel Regno Unito, il luogo della socialità per eccellenza. Il posto in cui ci si riunisce vedere una partita in compagnia, ma non solo. Il pub è il luogo in cui si riunisce la famiglia di domenica, per mangiare il tradizionale Sunday Roast, una pork pie e naturalmente il fish and chips, il piatto che più di tutti identifica la cucina inglese, affogando tutto naturalmente in litri di birra, la bevanda per eccellenza di ogni buon suddito di Sua Maestà. Ci sono delle guide per scoprirli e alcuni sono così antichi da essere considerati quasi alla stregua di musei. Come il George Inn di Londra, che tra i suoi clienti del passato può annoverare Charles Dickens e addirittura William Shakespeare, come rivendica una targa all’esterno dell’edificio.
Ma i tempi stanno cambiando e a quanto pare anche questi luoghi simbolo del Regno Unito stanno andando fuori moda, soppiantati da più moderni luoghi di socialità, e così stanno sparendo a un ritmo spaventoso: ne chiude uno ogni 12 ore.
Dall’inizio dell’anno scorso in tutta la Gran Bretagna sono spariti circa 854 pub anche se il calo ha avuto un leggero rallentamento rispetto alle 980 chiusure del 2017. Se la chiusura dei pub può passare quasi inosservata a Londra, nelle altre parti dell’isola, soprattutto nei piccoli villaggi, ogni chiusura rappresenta la perdita di un importante luogo di socialità. Per questo è partita una campagna, Save Our Pubs, organizzata dalla Campaign for Real Ale (Camra) per chiedere l’intervento della politica per porre fine a questo trend ritenuto pericoloso.
«I pub sono una parte molto importante della nostra cultura nazionale e sono preziose risorse comunitarie che aiutano a combattere la solitudine e l’isolamento sociale», ha dichiarato Jackie Parker, presidente nazionale della Camra. Per Parker il divorzio dall’Unione europea potrebbe diventare un’opportunità nella battaglia per la salvaguardia di questi locali. Dopo la Brexit «il governo avrà la libertà di ridurre le imposte sulla birra, nello specifico nei pub, livellando maggiormente il prezzo della Ale venduta in contesti sociali e l’alcol economico che si può comprare nei supermercati per essere consumato a casa». Un mossa del genere permetterebbe ai locali indipendenti di far fronte alla concorrenza dei pub della grandi catene, come Wetherspoons e Hungry Horse, che riescono anche a dimezzare i prezzi delle bevande offerte. La Camera chiede poi al governo di rivedere il sistema di tassazione del settore, ritenuto ingiusto, nonché un intervento per assicurare che i proprietari delle strutture non chiedano affitti troppo esosi. Misure promesse dall’esecutivo in passato ma ancora mai messe in atto.
Le stesse comunità si stanno mobilitando in sostegno dei pub. Nel Paese ci sono più di 100 gruppi che si sono organizzati per sostenere i loro locali preferiti e impedirne la chiusura e alcuni di questi si sono addirittura trasformati in una sorta di cooperative, per gestire in prima persona il loro pub di quartiere.