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 2019  marzo 04 Lunedì calendario

L’ordine di Xi ai dirigenti politici: «Autovalutatevi»

In gergo politico mandarino si chiamano «Due sessioni»: si tratta della riunione annuale della Conferenza consultiva del popolo cinese, inaugurata ieri, e del Congresso nazionale del popolo (tutto è «del popolo» in Cina, anche se il potere è solo del Partito comunista). Così, nella Grande sala del popolo in piazza Tienanmen va in scena per una decina di giorni la rappresentazione teatrale della democrazia con caratteristiche cinesi. L’anno scorso è stata prodotta la riforma della costituzione che ha abrogato i limiti di due mandati per la presidenza, mettendo nelle mani di Xi Jinping la guida a vita dello Stato, se la vorrà e starà bene in salute. Oggi, a 66 anni da compiere a giugno, appare un leader vigoroso, anche se i problemi dell’economia che rallenta e la guerra commerciale con Trump hanno finalmente fatto comparire qualche capello grigio nella sua folta capigliatura nera. La Conferenza consultiva riunisce duemila delegati espressione della «società civile», compresi numerosi miliardari, capitani d’industria privata e statale. Il cuore politico dell’evento «Due sessioni» è il Congresso, versione mandarina del Parlamento, che si apre domani. Verranno annunciati gli obbiettivi di crescita del Pil per il 2019 (previsioni al 6%), il piano economico e sociale del governo con gli investimenti in infrastrutture (qui comanda il movimento Sì Tav, sempre più Tav, che ha superato già i 22 mila km di rete), e il budget militare. Particolare attenzione è promessa per la lotta alla povertà, nel 70° anniversario della fondazione della Repubblica popolare. Sul fronte economico il governo del premier Li Keqiang, che sarà il principale attore della sessione parlamentare con il «rapporto di lavoro» iniziale di domani, si trova a gestire il rallentamento. Su questo fronte Xi Jinping si tiene defilato, anche se si coglie la sua preoccupazione: la stampa statale riferisce di relazioni di «auto-valutazione» richieste dal leader ai dirigenti di alto livello, per saggiarne la lealtà assoluta alla sua linea di comando. Il 2018 si è chiuso con una crescita del 6,6%, il passo più lento in 28 anni per la Cina. Ma Pechino insiste nel far notare che la Cina ha ormai un Pil da 13.600 miliardi di dollari e l’anno passato «ha aggiunto 1.400 miliardi, quanto l’intero Pil dell’Australia»: come a dire che il 6,6% ha prodotto una intera nuova Australia (o due terzi di Italia, visto che il nostro Pil vale 2.083 miliardi di dollari). Dopo le sedute parlamentari, Xi volerà in Italia (prevista anche una tappa turistica a Palermo) dove potrebbe essere conclusa l’intesa diplomatica per il memorandum sulla Via della Seta.