Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  marzo 04 Lunedì calendario

Zingaretti è il nuovo segretario del Pd. I Cinque Stelle al 21,2%, la Lega vicina al 36. Emanuela Orlandi sarebbe sepolta in un cimitero vaticano

Zingaretti è il nuovo segretario del Pd
Nicola Zingaretti ha vinto le primarie democratiche ed è il nuovo segretario del Pd. Il governatore del Lazio ha ottenuto il 65% dei voti, oltre la maggioranza assoluta necessaria per essere eletto subito, senza bisogno del ballottaggio, che si sarebbe eventualmente tenuto in assemblea nazionale. Maurizio Martina è arrivato secondo con il 22% e Roberto Giachetti terzo col 12%. Al nuovo segretario sono arrivate le congratulazioni di Renzi: «Una vittoria bella e netta. Ora basta fuoco amico». Hanno votato (dati dello stesso Pd) un milion e ottocentomila cittadini. Lunghe file ai gazebo, si sono dovute ristampare o fotocopiare le schede. Stessi numeri delle ultime primarie del 30 aprile del 2017. Gentiloni verso la presidenza del partito, Calenda probabile capolista alle Europee. Tra le prime cose dette dal nuovo segretario: l’intenzione di visitare al più presto i cantieri della Tav.
«A sera, quando i risultati si erano assestati, Zingaretti è comparso nella sede del suo Comitato e ha pronunciato un discorso fiammeggiante. Certo, di sinistra, dedicato ai poveri, alle donne, agli sfruttati, a Greta Thumberg, la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta, ma anche - ecco la sorpresa - dedicato alle “milioni di imprese” vessate dalla politica economica del governo [...] In termini di posizionamento politico il nuovo leader sta preparando la novità più grossa. Nel caso di una crisi di governo che dovesse manifestarsi dopo le Europee di maggio, il Pd sarà indisponibile per qualsiasi governo, sia politico che d’emergenza, e in caso di incertezza, chiederà elezioni anticipate, perché a quel punto sarebbero “l’atto più responsabile”» [Martini, Sta].


I Cinque Stelle al 21,2%, la Lega vicina al 36
«Ci avviciniamo alle Europee: le intenzioni di voto sembrano in parte inserirsi nel corso segnato dalle regionali. I risultati vedono un piccolo progresso della Lega vicina al 36%, mentre il M5S si attesta al 21,2%, oltre quattro punti sotto la rilevazione di circa un mese fa. Ci sono segnali di una piccola ripresa del Pd, che sale al 18,5% . Forza Italia conferma i propri risultati, collocandosi all’8,6%, mentre Fratelli d’Italia e +Europa si attestano al livello della soglia di sbarramento» [Pagnoncelli, CdS].

Emanuela Orlandi sarebbe sepolta in un cimitero vaticano
Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983, quando aveva 15 anni, sarebbe sepolta nel cimitero tedesco vaticano. È quanto ipotizzano i familiari che hanno chiesto al segretario di Stato Parolin di ricostruire la storia di una certa tomba antica. Buchi o incongruenze o stranezze nella storia di questa tomba dovrebbero condurre a un esame della sepoltura ed, eventualmente, alla riesumazione del o dei cadaveri. La tomba in questione e la segnalazione che la riguarda vengono così raccontati da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera di stamattina: «Appoggiata a una parete del cimitero c’è la statua di un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino Requiescat in pace, “Riposa in pace”. Per terra una lastra con una scritta funeraria dedicata alla principessa Sofia e al principe Gustavo von Hohenlohe che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX. L’estate scorsa una lettera con allegata la foto della tomba è stata recapitata all’avvocatessa Laura Sgrò che assiste la famiglia Orlandi: “Cercate dove indica l’angelo”». Indagini difensive disposte dalla famiglia hanno accertato che la tomba è stata riaperta almeno una volta e che la datazione della statua è diversa da quella della lastra.