il Giornale, 3 marzo 2019
Lo SpaceX è in orbita
L’America sta per ritrovare il suo orgoglio spaziale. È in volo verso la stazione spaziale internazionale (ISS) – forse mentre leggete queste righe sarà già arrivata – la navicella Crew Dragon dello Space X di Elon Musk, che potrebbe essere la prima capsula a stelle e strisce a riportare uomini nello spazio, dopo l’ultima missione dello Shuttle, la Atlantis, che risale al 2011.
Si tratta di un viaggio sperimentale eppure pieno di simbologie suggestive. La Crew Dragon è partita ieri alle 8,49 ora italiana dalla rampa 39A del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, quella da cui partirono le mitiche missioni Apollo che condussero alla conquista della Luna. Dopo qualche minuto di viaggio si è staccata dal vettore, il razzo Falcon 9, e ha iniziato il viaggio verso la stazione orbitante. Se tutto andrà come da programma attraccherà attorno alle 9,30 di oggi, sperimentando anche il sistema di aggancio automatico. Dalla navicella non scenderà nessuno, stavolta. In essa infatti l’unico passeggero è un fantoccio, l’«avatar» inanimato di un astronauta a cui qualche burlone ha voluto dare le sembianze del tenente Ellen Ripley di Alien, e saranno gli inquilini della ISS a dover scaricare i duecento chili di materiali e rifornimenti a bordo della capsula. Ma il ruolo del finto Ripley non sarà soltanto simbolico: si tratta di un «test dummy», un manichino da esperimento con una serie di simulatori antropomorfici che serviranno a raccogliere preziosi dati che serviranno alla Nasa, che ha commissionato la missione (denominata Demo-1 perché considerata un’autentica prova generale), per valutare la possibilità di spedire entro fine anno a bordo della Crew Dragon due astronauti in carne e ossa che finalmente non dovranno «pagare il biglietto» ai russi. Già, perché da quando lo Shuttle è andato in pensione, la Nasa e l’Esa, l’ente spaziale europeo, sono costretti a chiedere un costoso passaggio (80 milioni di dollari a persona) alle navicelle Soyuz, che in questo momento vantano il monopolio del trasporto umano nello spazio.
Se non ci saranno intoppi si tratterà di un grande successo per Elon Musk, l’imprenditore visionario di origini sudafricane (ma naturalizzato statunitense) che per qualcuno è un genio e per qualcun altro un mezzo millantatore. Musk – noto per essere stato il cofondatore di PayPal e per essere il ceo di tesla Motors – è il fondatore e ceo di Space X, l’azienda aerospaziale con sede a Hawthorne, in California, nata nel 2002 con l’obiettivo di facilitare l’accesso degli uomini nello spazio e arrivare su Marte. Tra i suoi primati, l’essere stata la prima azienda spaziale privata a mandare un veicolo sulla stazione spaziale internazionale e la prima ad aver recuperato un razzo. Risultati che hanno spinto la Nasa a dar fiducia all’azienda affidando a essa (e alla boeing) il compito di sviluppare una navicella nell’ambito del programma Commercial Crew Development (CCDev) per il trasporto di equipaggi verso la ISS. L’obiettivo da Musk sempre dichiarato è quello di far viaggiare un giorno a bordo della capsula anche i primi «turisti» dello spazio. Ieri Musk ha partecipato alla conferenza stampa indetta dalla nasa mostrandosi stanco ma felice: «È’stato super stressante. Ma ha funzionato, finora. Dobbiamo ancora agganciare la ISS e tornare indietro, ma i momenti più rischiosi sono alle spalle».
La Crew Dragon tornerà sulla terrà venerdì prossimo.