il Giornale, 3 marzo 2019
La carta igienica diventa un caso diplomatico
Cambiare il rotolo di carta igienica ogni giorno (o comunque troppo spesso) è roba da americani spendaccioni. Esagerato, dannoso e non solo per la salute. Oltre all’inutile esborso si rischiano irritazioni e piccole abrasioni nocive per i tessuti. Americani, si diceva. Pare ne facciano uso smodato del tipo supermorbido. E ne strappano troppa. Così facendo devastano le foreste canadesi. Proprio così, una guerra fredda tra Usa e Canada, con questi ultimi inflessibili guardiani di uno straordinario ecosistema messo in pericolo da certa sconsiderata igiene.
Non c’è che dire, un tema scabroso. Però il rapporto del Consiglio per la difesa delle risorse naturali e da Stand.earth, due associazioni ambientaliste internazionali, è eloquente. Secondo lo studio, negli ultimi 150 anni, da quando fu inventata la carta igienica, gli americani hanno sviluppato un’insaziabile domanda: una famiglia di 4 persone ne consuma in media 45 chili all’anno o, detto in altri termini, 4 rotoli a settimana. «Parliamo di carta di pura cellulosa vergine», si legge nel rapporto il quale afferma che così facendo «si butta nello scarico il futuro della foresta boreale canadese».
Lo studio si scaglia contro tre colossi della carta statunitensi: Procter & Gamble, Georgia-Pacific e Kimberly-Clark. «Nessuno dei loro prodotti per la casa contiene materiale riciclato o fibre alternative. E tutti e tre i marchi sono lontani dal raggiungere gli obiettivi di offrire un prodotto ecocompatibile». Il rapporto ecologista rileva che il rifiuto dei principali marchi di passare a materiali sostenibili nella carta igienica sta avendo un impatto devastante sulle foreste e sul clima. Circa 28 milioni di acri di foresta boreale canadese vengono abbattuti ogni anno, un’area grande quanto la Pennsylvania. La polpa vergine, l’ingrediente chiave nella carta igienica, rappresentava il 23% delle esportazioni di prodotti forestali del Canada. Quelle immense distese boschive – patrimonio naturalistico oltre che economico, casa di circa 600 comunità di nativi americani e habitat di numerose specie animali – trattengono una quantità di anidride carbonica che è quasi il doppio di quella presente all’interno dei giacimenti petroliferi, di cui ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate vengono immesse nell’atmosfera terrestre proprio a causa del taglio degli alberi, andando ad aggravare il fenomeno dell’effetto serra. E gli americani sono i maggiori colpevoli di questa crisi. Costituiscono poco più del 4 per cento della popolazione mondiale, ma rappresentano il 22 per cento del mercato globale di carta igienica.
Come se non bastasse le principali marche di carta igienica si rifiutano di utilizzare materiali sostenibili perché gli americani puntano più degli altri alla famigerata «morbidezza» del rotolo. Intenditori. I celebri «piani» delle pubblicità andate. Noi abbiamo già dato.