Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2019
Più pensioni pagate in Spagna e nell’Est Europa
La flat tax per i pensionati residenti all’estero che si trasferiscono al Sud Italia potrà forse aumentare il numero di “arrivi” ma non limitare le partenze degli italiani che scelgono un altro Paese per godersi la pensione pagando meno tasse e/o approfittando di un costo della vita inferiore. Quest’ultimo è un fenomeno di cui si parla di frequente, spesso enfatizzando la vita agiata che garantisce il trasferimento, ma il flusso in entrata e uscita c’è da tempo e non tutti i pensionati vivono all’estero per evitare il fisco italiano.
Il rapporto WorldwideInps di qualche anno fa dedica un approfondimento all’emigrazione dei pensionati. I dati, però, si riferiscono agli anni 2003-2014 e sono comunque parziali. In quel periodo si sono contati circa 25mila trasferimenti verso l’Italia e 36.500 in uscita tra i soli lavoratori del settore privato. Il documento sottolinea la crescita dell’emigrazione negli ultimi anni, in particolare nel 2014, quando ci sono state 5mila “uscite” sulle 15mila del quinquennio 2010-2014. Le mete più gettonate di quel periodo erano Germania, Francia, Svizzera, Nord America. Cipro, Romania, Portogallo, Polonia crescevano sì, anche con percentuali a tripla cifra, ma con valori assoluti contenuti.
Il Rapporto sottolinea che nei numeri sono inclusi sia «pensionati di origine italiana che decidono di trasferirsi in Paesi in cui ritengono di trovare condizioni di vita migliori, ma riguarda anche tutti quei lavoratori stranieri che, dopo aver conseguito in Italia il diritto a pensione, hanno deciso di far rientro nel loro Paese natio» o di spostarsi in un altro.
Per fare valutazioni su un periodo più vicino, ci si può basare sul numero di pensioni vigenti erogate all’estero. Però in questo caso si contano anche i trattamenti corrisposti a persone che in tali Paesi si sono trasferiti per lavoro o altri motivi in via definitiva ben prima del pensionamento. Intanto il totale delle pensioni pagate all’estero è passato dalle 433mila del 2014 alle 392mila del 2018. Quelle in Europa sono calate da 218mila a 210mila. Ci sono però Paesi con trend crescente ( si veda la tabella qui sotto). A parte la Germania, crescono mete dove la vita costa meno e il fisco è meno oneroso. La Moldavia, per esempio, registra un +1.323%, ma chissà quanti sono italiani e quante sono badanti che rientrano a casa.
Numeri ridotti per il Nord Africa, con la Tunisia che guida la classifica forte di +359 pensioni pari al 120 per cento. Calano Francia e Svizzera.
Come ha sottolineato l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, in una audizione parlamentare del 2017, il 70% delle pensioni in pagamento all’estero nel mese di giugno di due anni fa aveva una contribuzione in Italia inferiore ai sei anni, circa l’83% inferiore a 10 anni. Quindi non riconducibili a chi ha trascorso una vita intera nel nostro Paese.