la Repubblica, 3 marzo 2019
Chi è professionista e chi no nello sport
Venerdì sarà la giornata della donna. Opportunamente Sportweek torna a premere un tasto non nuovo ma sempre attuale: l’impossibilità per un’atleta italiana di essere considerata professionista. Non è una dilettante, parola messa in un cassetto e anche fuoriluogo per gente che s’allena duramente tutti i giorni, ma una non professionista. Come tutti quelli, uomini inclusi, che non praticano calcio, ciclismo, basket e golf. Boxe e motociclismo facevano parte del gruppetto di privilegiati, ma si sono persi per strada. Occorre risalire alla legge 91, approvata nel marzo 1981 e ormai chiaramente inadeguata. I non professionisti non hanno diritto all’assicurazione obbligatoria per gli infortuni e relative cure mediche, a un minimo sindacale di retribuzione, alla copertura previdenziale. Né alla tutela in caso di maternità. Ed è questo il terrore delle atlete in attività, spiega Maurizia Cacciatori. Se resti incinta puoi anche dire addio alla carriera. A questa stortura rimedia parzialmente l’appartenenza a gruppi sportivi militari. Non hanno stipendi da favola, ma sono tutelati. In Italia, scrive Sw, sono circa 1.300 e costano sui 40 milioni di euro. Quasi tutto il medagliere olimpico è merito loro. Viene da sorridere pensando allo sport ai tempi della cortina di ferro. Vinceva l’oro un sovietico o un tedesco dell’Est? Grazie tante, è un tenente dell’Armata rossa, non un vero dilettante come i nostri. I nostri possono essere una guardia forestale, un carabiniere, un poliziotto: è sempre sport di Stato, ma ci facciamo meno caso. In Europa, dalla Francia alla Germania, dall’Inghilterra alla Spagna, non è così. Sono più avanti. Negli Usa è professionista solo chi fa parte delle cinque Leghe (baseball, basket, hockey, football americano e calcio). Tutti gli altri, non professionisti. Anche pugili con borse miliardarie, anche tennisti. Anche questa è una stortura. Ma oltre alla legge 91 pesa sulle atlete la grande disparità nel trattamento economico. Il Pallone d‘oro 2018, la norvegese Ada Hegerberg che gioca in Francia nel Lione, ha vinto le ultime tre Champions ed è considerata la numero uno al mondo, non supera i 500mila euro l’anno, come un discreto nostro giocatore di B. Nel consiglio direttivo dell’Associazione calciatori presieduta da Damiano Tommasi c’è Sara Gama, capitano della Juventus e della Nazionale, ed è già qualcosa. Bello sarebbe se a schierarsi pubblicamente dalla parte delle atlete e dei loro diritti fossero anche gli atleti, ma chissà quando ci arriveremo. Dalla parte delle donne, c’è da registrare (fonte: Corsera) una decisione dell’Académie Française: alcuni mestieri delle donne, prima solo al maschile, cambiano declinazione. Auteur e autrice, écrivain ed écrivaine, chef e cheffe. A Firenze, anni fa, sulla carta d’un ristorante era indicata “la sceffa”. Erano in anticipo. Ma, a proposito di Firenze, cos’è successo veramente dopo la partita di Coppa con l’Atalanta? A poca distanza dal casello autostradale i tifosi bergamaschi hanno aggredito la polizia oppure la polizia ha aggredito i tifosi bergamaschi? Ci sono feriti e contusi da una parte e dall’altra e due versioni opposte. Talmente opposte che chi non era presente dubita di entrambe. Pingpong tra il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori («Chiedo a Salvini di chiarire cosa è accaduto con tempestività») e il ministro Salvini («Stiamo facendo le valutazioni del caso»). Salvini, c’è da capirlo. È incerto. Valutato il caso, deciderà se indossare una felpa della polizia oppure una dei tifosi dell’Atalanta. E, a proposito di tifosi in generale, interessante notizia dalla Spagna: con la prossima stagione sarà cancellata la partita del lunedì sera. Cancellazione già decisa in Germania, ma a partire dal 2021-22, quando saranno scaduti i contratti televisivi già firmati. In Spagna l’annuncio l’ha dato il presidente federale Luis Rubiales, da tempo ai ferri corti con Javier Tebas, presidente della Liga. Più accesi nella protesta i tifosi dell’Alavés, che hanno inscenato un funerale al calcio, con tanto di bara e nell’ultima gara casalinga sono entrati 10’ dopo l’inizio. «Gli affari sono importanti, ma i tifosi sono più importanti», ha detto Rubiales (7). L’Italia tace. L’Onu accusa l’Italia di violare i diritti umani? L’Italia parzialmente tace, ma a Milano i 200 o 250mila che hanno sfilato pacificamente ieri hanno detto che non esiste una sola visione (pessima, avvilente, angosciosa) del presente ma anche altre, meno oscure. Bello esserci. E belli, puliti, i 13’ dedicati negli stadi a Davide Astori. Si chiude con una notizia molto curiosa: doping nel bridge. E non di un giocatore qualunque, ma di Geir Helgemo, un campione. Norvegese, gareggia per il Principato di Monaco e nel settembre 2018 è risultato positivo al testosterone. Squalificato fino al 20 novembre 2019. Ha giocato male le sue carte: 4.