«Ma quale traditore! Fanno le cose tra di loro, non ti raccontano niente. Ma c’è un limite. A dicembre ricevo una telefonata di Adriano: "Teo, uè, stavolta ce l’hai fatta. Sarai me". "Ma se lo faccio da cinquant’anni, Adriano". "No, canterai non i successi, ma le canzoni del rock’n’roll", mi dice. Io le so tutte a memoria perché c’ero. "Parliamone", rispondo. Mai più visto, né sentito».
E che ha fatto?
«Sento Claudia Mori, perché sono anche i produttori, mi dice di andare a Verona a registrare la parte live, tirando sul compenso».
La cifra?
«Circa 30mila euro netti per nove puntate, con le spese a mio carico. Mi avevano anche proposto, per stare vicino, quello dove dormivano loro, 800 euro al giorno. Vabbè».
Ci è andato?
«Sono andato a Verona, sì, due volte. Arrivo lì, saluto la Hunziker, Ambra, di Adriano nemmeno l’ombra. Claudia dice che forse arriva qualche giorno dopo, il venerdì. Ma intanto l’orchestra non c’era, poi vengo a scoprire che è formata da soli cinque elementi, gli autori se ne stavano seduti ad aspettare perché senza Adriano non si poteva far niente... Ho capito che mi sarei trovato lì come un cretino a fare cose non scritte. Ho desistito. Poi è arrivato il colpo di grazia».
Che colpo di grazia?
«Claudia Mori chiama per dire di non prevedere stivaletti, cappello... "Quella roba non mi piace", ha detto».
Cioè non voleva che lei facesse Celentano?
«Già, perché sa che sono più bravo di lui a fare Celentano! Io non lo imito, lo sostituisco. A quel punto ho detto proprio basta».
L’ha visto poi in tv "Adrian"?
«Una puntata. Non c’era niente, poca roba, confusa e nemmeno simpatica».
Esclude di tornare nella ripresa autunnale?
«Non ci penso neanche».
Ci saranno stati chiarimenti tra voi.
«Non ho sentito nessuno. Ma Adriano e la Mori sono così».
Non le è simpatica la signora Mori?
«Parla solo di Adriano. Dici "ho preso il tram" e lei "anche Adriano due anni fa". Un paio di anni fa eravamo a cena lei, Adriano, mia moglie ed io e buttai lì che avevo messo giù una commedia su Adriano. Io raccontavo e lei sbuffava, poi sentenziò "Che tristezza"».
A Celentano vuole bene?
«Gli ho voluto tanto bene. L’ho tampinato da quando avevo 14 anni, con lui che mi diceva "non venir qui tutte le sere che mi viene lo sbattimento". Siamo diventati amici-amici e tra noi mai state ragazze di mezzo, anche perché lui è serio, monogamico, io un po’ meno... Gli voglio bene ma sul lavoro è un disastro. Non comunicano. Non si spostano, non prendono aereo, treno, nemmeno l’ascensore, per le loro fobie. Io mi sono sempre assoggettato, per carità, e se sento una canzone di Adriano mi vien ancora la pelle d’oca. Ma perché non si limita a cantare? La sua voce migliora, il resto no».
E lei adesso che ha in testa?
«Faccio il mio spettacolo da maggio e poi dove mi chiamano, anche in balcone se serve. E giuro che una volta l’ho fatto».
Alla televisione non pensa più?
«Il varietà è morto e trasmissioni non ce ne sono. Mediaset mi sembra non se la passi bene e Adrian gli ha dato la mazzata. L’unico pazzo che ha accettato di ascoltarmi per un progetto con Massimo Boldi è Freccero, ancora mi chiama "il Rivera della televisione". Non sarà il ripescaggio di personaggi anni Ottanta, tanto in auge. A proposito, Marcella Bella perché è sempre incavolata con tutti a Ora o mai più? Il fatto è che la televisione è cambiata. Se ti vuoi suicidare guardala dalle 2 alle 6 del pomeriggio. Eppure mi piacerebbe tornarci dopo tanto tempo. Speriamo bene con Boldi, ipocondriaco come è. Immaginiate lui, Lippi e Verdone che si chiamano al telefono: "Come stai? Bene?! Ma non dire fesserie"».