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 2019  marzo 02 Sabato calendario

È Caravaggio o no?

E pensare che lo avevano schifato perfino i ladri. Adesso invece il cosidetto «Caravaggio perduto» potrebbe essere aggiudicato per una cifra che va dai 100 ai 150 milioni di euro: anche se chiunque si deciderà a sborsare quel malloppo resterà sempre col dubbio che gli abbiano rifilato una patacca. 
Perché il quadro che è stato mostrato per la prima volta in pubblico alla galleria Colnaghi di Mayfair, a Londra, è a dir poco controverso. Se per i sostenitori si tratta senza dubbio di un’opera del Merisi, numerosi storici dell’arte propendono invece per attribuirla a un suo contemporaneo, Louis Finson. 
Non aiuta il fatto che le circostanze del ritrovamento del quadro siano a dir poco bizzarre. Tornò alla luce cinque anni fa in maniera del tutto casuale, durante lo sgombero di un attico a Tolosa per una perdita d’acqua: lì, faccia al muro, dietro la spalliera di un letto, c’era il presunto Caravaggio, abbandonato alla polvere da chissà quanti decenni. Qualche anno prima una banda di ladri aveva saccheggiato l’appartamento, portando via anche cose di poco conto come bottigliette di profumo: ma avevano lasciato indietro il quadro. 
Dopo la scoperta, la famiglia proprietaria dell’attico contattò la casa d’aste di Marc Labarbe, che a sua volta ingaggiò uno storico dell’arte, Eric Turquin, già direttore del dipartimento Maestri antichi di Sotheby’s, il quale si convinse subito di essere di fronte a un capolavoro perduto di Caravaggio. Stranamente però Turquin, invece di dare l’annuncio al mondo, tenne per sé il «capolavoro» e lo appese nella sua stanza da letto: dove rimase per ben due anni. 
Quando finalmente l’esistenza del quadro venne resa nota, il governo francese avviò un’indagine e chiese al Louvre se avesse intenzione di acquistarlo: ma il museo parigino, dopo attenta considerazione, declinò cortesemente l’offerta. Una decisione che ha aperto la strada all’asta, che si terrà a Tolosa il 27 giugno. 

Il quadro, «Giuditta e Oloferne», rappresenta la decapitazione del re assiro da parte dell’eroina ebrea (un’altra versione del soggetto, sempre di Caravaggio, è custodita a Palazzo Barberini a Roma). Turquin, che ha accompagnato il dipinto a Londra, è convinto che l’esame tecnico ed estetico non lasci dubbi sull’attribuzione: ma ammette che non tutti sono d’accordo con lui e che quando si tratta di Caravaggio ci si trovi spesso di fronte a problemi. 
Dell’artista sono conosciute 68 opere, solo quattro delle quali si trovano in collezioni private. L’ultima volta che un Caravaggio venne messo all’asta fu nel 1971, quando «Marta e Maria Maddalena» rimase invenduto da Christie’s, a Londra, dopo che la National Gallery ne aveva messo in questione l’autenticità: l’opera venne alla fine acquistata dall’Institute of Arts di Detroit. 
Gli ultimi tempi hanno visto le quotazioni del mercato dell’arte schizzare alle stelle: ma con i prezzi salgono i dubbi. Il «Salvator mundi» di Leonardo, acquistato per 450 milioni dal Louvre di Abu Dhabi, non è stato ancora esposto...