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 2019  marzo 01 Venerdì calendario

Pittrice di successo a due anni

Altro che bambole, pentoline, o palloni: i suoi giochi sono colori e pennelli. Lola June ha appena due anni e seduta per terra mescola la tempera fino a trovare la gradazione cromatica che più le piace, poi la stende sulla tela con una tempesta gestuale e segnica prorompente: quello che viene fuori sono i mondi fantastici in cui la sua immaginazione di bimba sconfina. Opere d’arte a tutti gli effetti che stanno facendo impazzire i collezionisti di New York. Lola June ha infatti appena inaugurato la sua prima mostra personale in una galleria a Union Square, una delle piazze iconiche della città, vendendo in poche ore molto più di quanto riescano in un anno tanti creativi sul mercato della Grande Mela. Il giorno dell’inaugurazione, racconta la rivista The Cute che le ha dedicato un ampio servizio, la piccola pittrice ha accolto i suoi estimatori con una particolarissima acconciatura (nove codini attorcigliati e tenuti su da nastrini colorati), il pannolone sotto i pantaloni all’ultima moda maculati di rosa e le mani sporche di ciò che restava di un biscotto alla vaniglia e cioccolato sbriciolato. Sorrideva birichina a tutti, ma non ha particolamente gradito il mazzo di rose che le aveva portato, come è prassi fare durante i vernissage, un amico: non appena ricevuto l’omaggio i fiori sono stati sparpagliati per tutta la galleria. Nessuno però deve averci fatto caso: i visitatori della mostra erano letteralmente rapiti dai suoi lavori.

ASTRATTISMO PURO
«Queste opere potrebbero stare benissimo in una collettiva con accanto una tela di Cy Twombly, Jean-Michel Basquiat, Jackson Pollock o altri famosi pittori espressionisti astratti», mormoravano davanti alle creazioni di Lola June. E infatti, in molti hanno colto l’occasione per portarsi a casa un pezzo, non solo bello dal punto di vista estetico, ma anche destinato ad accrescere il suo valore sul mercato dell’arte. Delle trentasette opere esposte in mostra (l’hanno chiamata “Hope”, un titolo che è tutto in programma) ben dodici sono finite nelle raccolte di facoltosi clienti newyorkesi che non si sono fatti problemi a firmare assegni fino a 1600 dollari per un autentico “Lola June”. Tra loro anche il dermatologo delle celebrity e collezionista d’arte David Colbert che dice di aver notato i quadri camminando per strada. E mentre loro pagavano, la “piccola Picasso”, come è stata ribattezzata, chiedeva il suo orsacchiotto. «Voglio il mio Teddy Bear», insisteva con il curatore Pajtim Osmanaj. È stato lui a scoprirla.

IL TALENTO RIVELATO
Amico della madre Lucille, una sera a cena ha notato Lola June che seduta per terra disegnava con i pennarelli ad acqua sui fogli della stampante. Colpito dagli scarabocchi (o, come dice lui «dalla sua composizione astratta che ispira timore reverenziale»), è tornato la settimana dopo con gli Sharpy, che sono dei pennarelli indelebili a base di alcool. Lucille gli ha proibito di darli alla figlia: «Sono tossici! Lola è solo una bambina!». Osmanaj non si è perso d’animo: ha acquistato per lei dei colori acrilici e una tela dando avvio alla carriera d’artista di Lola. Tre mesi dopo Sana Rezwan, art strategy del Metropolitan Museum of Art oltreché mecenate, visitando lo studio di Osmanaj ha notato uno dei pezzi di Lola June appeso a una parete: se ne è innamorata e lì su due piedi ha offerto 700 dollari per comprarlo. Da quel momento in poi è stato un crescendo di richieste tanto da spingere Osmanaj a organizzarle una mostra al ChaShaMa. Il problema per Lola June non è ovviamente fare opere (decide lei quando iniziare e quando smettere), quanto piuttosto separarsene. Sarà perché in quegli incredibili paesaggi astratti c’è tutto il suo mondo, sarà perché in quelle forme antropomorfe si nasconde chissà quale personaggio nato dalla sua smisurata fantasia, ogni volta che qualcuno compra un suo dipinto lei è triste. «Li considera suoi amici», spiega la mamma Lucille. «Li bacia la mattina quando si sveglia e dice loro “ciao” quando esce di casa». Rimani così Lola June. Del resto, come diceva Picasso, «Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che si cresce».