ItaliaOggi, 1 marzo 2019
Boom di hotel low cost tedeschi
Come gli aerei, hanno successo in Germania gli hotel low cost. A Berlino ogni settimana apre un nuovo albergo, aumentano quelli a cinque stelle ma si punta su quelli a buon mercato. Günstig aber chic, ha titolato Die Woche, il settimanale della Frankfuter Allgemeine, cioè economici ma anche chic. Un hotel a tre stelle tedesche non può essere paragonato a uno della stessa categoria in Italia, il comfort è superiore, e il prezzo spesso più basso. Senza dimenticare che per l’assegnazione delle stelle la categoria prevede un severo autocontrollo, con verifiche continue. E anche gli alberghi di lusso non stangano i clienti, a parte i periodi delle ferie.Vicino a casa mia, nel centro della capitale, ha aperto un nuovo hotel di una catena low cost. Per 50 euro mi assicurano gli amici che vi hanno pernottato si ottiene una camera singola più che buona, e la colazione è ottima e abbondante, come dicevano le reclute in passato. Per la doppia si paga solo un extra per la colazione. Tutto qui. E corrisponde al prezzo medio della classe low cost, che si aggira sui 55 euro. Il prezzo medio di una camera in un hotel di classe superiore, a partire da quattro stelle, è di 125 euro, sempre meno che in Italia. A Berlino, in occasione dei 30 anni della caduta del Muro (nove novembre del 1989) è già previsto il tutto esaurito.
La percentuale degli hotel low cost, tipo Ibis o Motel One, è del 16%, entro cinque anni si supererà il 20%, una previsione sicura, basata sugli alberghi in costruzione, o di cui si è approvato il progetto. Aumentano, ovviamente, anche gli addetti: erano circa 150 mila nel 2012, 169 mila tre anni fa, e l’anno scorso quasi 190 mila. E si cerca personale qualificato, o giovani da addestrare, senza trovare candidati in numero sufficiente. È un’occasione di lavoro per gli italiani, non solo come camerieri, ma impiegati a livello superiore. Ma bisogna sapere il tedesco. Cresce anche lo stipendio: in media si guadagnano 29.677 euro lordi all’anno, quasi sempre con vitto e alloggio e possibilità di fare carriera. Dieci anni fa, la media era di poco al di sopra dei 23 mila euro, e l’aumento non è dovuto all’inflazione.
I low cost hanno contribuito all’incremento del giro di affari alberghiero. Dai 24 miliardi del 2007 si è passati agli oltre 30 miliardi del 2017; per l’anno scorso non ci sono ancora dati. Un successo dovuto anche alla decisione del governo di concedere alla categoria un’Iva agevolata dal 1°gennaio 2010, il 7% al posto del 19%. I gestori invece di approfittarne per incrementare gli utili, hanno tenuto bassi i prezzi.