Il Sole 24 Ore, 1 marzo 2019
Maxi giacimento di gas al largo di Cipro
Un’importante scoperta di gas al largo di Cipro schiude nuovi scenari nel Mediterraneo Orientale, sia dal punto di vista energetico che geopolitico, con rischi concreti per la sicurezza nell’area, a causa delle rivendicazioni della Turchia. Protagonista del ritrovamento è l’americana ExxonMobil, che con Qatar Petroleum ha annunciato il successo delle perforazioni nel Blocco 10, a sudovest dell’isola: il pozzo Glaucus-1 ha evidenziato, secondo stime preliminari, risorse tra 142 e 227 miliardi di metri cubi (bcm) di gas.
Si tratta di un giacimento «gigante», il più ricco che sia stato individuato negli ultimi due anni a livello globale, anche se impallidisce in confronto al vicino Zohr, in Egitto: la regina delle scoperte nel Mediterraneo, che l’Eni ha messo in produzione in tempi record a fine 2017, è grande almeno il quadruplo.
È ancora presto per capire quanto del gas di Glaucus potrà davvero raggiungere il mercato. Ma le prospettive sono ottime secondo gli analisti di Wood Mackenzie, che intravvedono opportunità di collaborazione con la compagnia italiana. In base all’esperienza di scoperte analoghe, Robert Morris, senior research analyst della società, calcola che Glaucus possa avere risorse recuperabili di 4.550 miliardi di piedi cubi, pari a 800 milioni di barili equivalenti petrolio, volumi importanti ma insufficienti per giustificare la costruzione di un impianto di Gnl. A questo punto potrebbe entrare in gioco l’Eni, che l’anno scorso con Total ha fatto una scoperta di dimensioni simili, in una zona adiacente: Calypso, che (in modo ufficioso) si stima racchiuda 170-230 bcm di gas. Si potrebbe pensare a uno «sviluppo congiunto», con tanto di infrastrutture per il Gnl, suggerisce Morris. «Una partnership rispecchierebbe la collaborazione tra ExxonMobil ed Eni nel gas liquefatto in Mozambico». Al largo di Cipro peraltro c’è anche Aphrodite (128 bcm), scoperto nel 2011, ma che Shell, Noble Energy e Delek non hanno mai sviluppato proprio per l’assenza di infrastrutture per l’export. Sei mesi fa Nicosia ha siglato un’intesa per una pipeline verso l’Egitto.
Exxon – magari anche per motivi politici, visto che l’energia è uno dei terreni di contesa tra Usa e Russia – potrebbe d’altra parte offrire sostegno alla costruzione dell’EastMed: il gasdotto, che collegherebbe Israele all’Italia passando per Cipro e Grecia, è appoggiato dalla Commissione europea, che lo giudica strategico per diversificare rispetto alle forniture russe, ma finora nessuno si è fatto avanti per finanziarlo.
La nuova scoperta a Cipro apre tuttavia scenari anche di guerra vera, e non solo commerciale. La Turchia, che non riconosce il governo cipriota, né i confini delle sue acque territoriali, si appresta a sua volta a trivellare poco lontano da Glaucus ed è tornata ad alzare la voce. «Niente può essere fatto nel Mediterraneo senza la Turchia – ha minacciato il ministro degli Esteri Mevlüt Çavu?o?lu – Gliela faremo vedere noi a quelli che arrivano da lontano, con le loro compagnie petrolifere, che qui non si fa nulla senza di noi».
Il ricordo della Saipem 12000 è ancora fresco: l’anno scorso la nave da perforazione noleggiata dall’Eni aveva dovuto battere in ritirata da Cipro, dopo essere stata assediata per due settimane dalla marina militare turca.