ItaliaOggi, 28 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Negli anni 70, con grande dispendio di mezzi economici e spreco di ideologia (che allora era in gran spolvero), vennero costruite in Italia delle mega case popolari come Scampia a Napoli e il Corviale a Roma. Falansteri enormi, inabitabili, con corridoi infiniti e angoscianti. Tipo Sing Sing per gente che non era stata condannata. Era il famoso pauperismo di sinistra (di cui però non c’erano tracce nelle parcelle dei progettisti). L’architetto del Corviale, Mario Fiorentino, secondo il suo estimatore Franco Purini, «aveva una concezione dell’abitare come momento eroico. Voleva cioè che il suo edificio non concedesse nulla alla privatezza e all’agio». E ci è riuscito perfettamente. I poveri che l’avrebbero abitato non dovevano aspirare a star meglio: poveri siete e poveri restate! Lo strano è che il Pci portasse questi architetti sugli scudi e desse loro ragione. Oggi persino i sindaci Raggi e De Magistris dicono che non ci sono alternative alla demolizione dei loro falansteri. Soldi pubblici sprecati per farli e per abbatterli.