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 2019  febbraio 28 Giovedì calendario

Alla scoperta di Mondo Marcio

Qualche anno fa ha iniziato a sentirsi straniero nella sua città. Gli sembrava di aver esaurito le parole e di non riuscire più a trovare l’ispirazione da nessuna parte. Allora Mondo Marcio (all’anagrafe Gian Marco Marcello, 32 anni) si è messo a viaggiare su e giù, da Milano a New York, cercando di recuperare l’inchiostro per la sua penna. E così è stato. 
Contro i trapper tutti uguali
Il nuovo album, Uomo, che uscirà l’8 marzo - è senz’altro il più maturo e intimo del rapper. «Chiamo il disco “Uomo”, è quello che ‘sti bimbi non saranno mai», rappa forte e chiaro nella prima traccia Top Five riferendosi a chi insegue il successo facile. E poche strofe più in là continua: «‘Sti trapper tutti uguali, tutti Sfera Ebbasta». 
«La cultura del momento si basa sull’immagine e sui like - dice - mentre io seguo la filosofia del fare. Essere uomo non è una questione di età o di genere, significa mantenere le promesse, restare coerenti. E scrivere canzoni che durino più di quindici minuti di fama». In tutto, il disco si compone di dieci tracce (una scelta insolita nell’era delle playlist infinite). Le produzioni sono di alto livello: da Swede di 808 Mafia da Miami - production team che annovera al suo interno nomi come Jay-Z, Future e Gucci Mane - ai producer newyorchesi Muzicheart e Fast Life Beats. 
Un viaggio sonoro
Non ci sono pezzi riempitivi o fatti «tanto per». Si passa dai racconti personali alle riflessioni sulla natura umana, in un viaggio sonoro che va ascoltato in loop. In quattro momenti parlati Marcio ripercorre le tappe fondamentali della sua vita. «Quando mi sono affacciato sulla scena - dice - ero un bambino. Ho pubblicato le prime canzoni a 16 anni, il primo disco a 17. Era tempo di fare questo diario di bordo per raccontare la trasformazione da ragazzino a uomo».
Sogni e insicurezze sono al centro di Angeli e Demoni, raffinato duetto con Mina. I due si conoscono da quando Mondo Marcio campionò svariati successi della Tigre di Cremona e ne tirò fuori un album sorprendente (Nella bocca della tigre). «Siamo sempre rimasti in contatto per scambiarci idee e ci siamo ritrovati su questo brano. La canzone parla della voglia di fuggire via ed era perfetta per lei, che con la sua interpretazione riesce a trasportare lontano chi ascolta. Stavolta non ci siamo visti di persona, però mi ha mandato strepitosi messaggi audio su WhatsApp. Ma in passato è venuta a trovarmi in studio, ed è stato emozionante». 
C’è poi il singolo Vida Loca, nato a scopo benefico. Il ricavato delle vendite su iTunes, infatti, è stato devoluto all’Associazione Lule Onlus, che aiuta le prostitute vittime di sfruttamento e maltrattamenti. «Se parli di strada devi fare qualcosa di concreto per chi in strada ci sta tutti i giorni, altrimenti usi solo un immaginario per vendere album». 
La sua “povera” Italia 
In Fuck up the world, invece, spunta una strofa sulla «povera» Italia: «Siamo la patria della cultura, ma sembra quasi che sia da sfigati. Più sei ignorante, più sei cool. In Italia s’insegue l’ultima moda, dimenticando tutto quello che è venuto prima. Sarò un sognatore, ma credo si debba costruire qualcosa che resti».
Chiude una lettera di scuse
In chiusura, La canzone che non ti ho mai scritto, una lettera di scuse all’ex fidanzata: «La mia prima moglie è sempre stata la musica, perché per farcela in questo ambiente servono tempo ed energie. Ma questo ha fatto soffrire la persona che mi stava accanto». Il disco termina con una frase: «E dopo di te chi ci sarà?». A pronunciarla è la madre di Mondo Marcio, «una compagna di battaglie che non poteva mancare in questo progetto». 
Solo il tempo, però, potrà dare una risposta. Per il momento - dice il rapper - «sono all’apice dell’ispirazione e non ho intenzione di fare spazio a un altro». Il tour? Dopo una serie di tappe europee (partenza il 1 aprile da Barcellona, poi Dublino, Londra e Amsterdam) sbarcherà a Roma e Milano, rispettivamente il 10 e il 18 aprile: «Sarà uno show con quasi due ore di musica dal vivo con la band al completo e una scenografia mozzafiato».