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 2019  febbraio 28 Giovedì calendario

Germania invasa dagli sciacalli

I verdi amanti della natura trionfano: grazie soprattutto a loro, l’aria è più pura (anche se non abbastanza), le foreste tornano a rifiorire, le acque sono meno inquinate. E tornano i lupi, estinti nel secolo scorso, e nel Baltico le foche, i castori nei fiumi e nei laghi, i procioni e i cinghiali si spingono fino in città. Arrivano anche le oche del Nilo, e gli sciacalli dorati, sacri agli antichi egizi. Non tutti sono contenti: i contadini protestano perché i castori allagano i campi, i pastori si preoccupano per le loro pecore sbranate, i pescatori denunciano la strage dei pesci, che sono già scarsi.Le foche erano scomparse da circa cento anni nel Baltico, sotto le coste tedesche, all’inizio del secolo scorso ne venivano abbattute centomila all’anno, e i cacciatori ricevevano un premio per ogni esemplare abbattuto. Le foche tornate da qualche anno, oggi sarebbero circa 30mila, ed è vietato abbatterle. Una coppia di lupi fu avvistata nel 1998, nel Lausitz, in una zone di esercitazioni militari abbandonata. Prima del Muro, nella scomparsa Ddr se ne avvistavano di rado, e potevano essere abbattuti. Oggi ne sono stati censiti circa 250, i più grossi superano i settanta chili. «C’è un pregiudizio contro i lupi, dice l’etologo Stephan Kaasche, si crede che possano far tutto, ma non è vero». In Sassonia, prima di Natale, è stato deciso che possono essere abbattuti se per due volte uccidono bestie d’allevamento. L’Afd, il partito dell’estrema destra, ha attaccato alle cantonate un manifesto con un lupacchiotto in peluche, come dire oggi un balocco, domani una fiera. Nel Land orientale l’anno scorso si sono avuti 132 attacchi da parte di lupi, con la perdita di 232 capi di bestiame, risarciti dallo Stato.
Prolificano anche le Nilsgänse, le oche del Nilo, o egizie. Sono voraci, non temono concorrenza, e rischiano di far estinguere alcune specie di volatili, rovinano i raccolti, e con gli escrementi impestano giardini pubblici e privati. I primi esemplari furono avvistati nel Brandeburgo una decina di anni fa, sono prolifiche, la popolazione raddoppia di anno in anno, oggi sarebbero circa 20 mila. Ed è vietato abbatterle. Il vero problema non sono i lupi ma gli sciacalli, gli ultimi arrivati dal Medio Oriente, passando dai Balcani, l’Austria e la Slovacchia. In Europa i lupi sono 17mila, gli sciacalli otto volte di più, almeno 117mila. I Goldschakal, lo sciacallo dorato, nome scientifico canis aureus, è più piccolo, al massimo lungo un metro e arriva ai 15 chili, ma è prolifico, è vietato dargli la caccia, non ha paura dell’uomo. Forse è inutile spiegare che deve il nome al pelo, lungo e giallognolo, e ricordare che per gli antichi egizi il dio degli inferi, Anubis, aveva la testa di sciacallo.
Per gli etologi è un buon segno: gli sciacalli si diffondo per l’Europa, raggiungono Berlino, si spingono fin verso il Baltico, sono stati avvistati in Danimarca, e a occidente raggiungono Parigi e la Spagna, sono entrati in Svizzera e sono stati avvistati nell’Italia settentrionale, perché la natura è protetta. Thosten Reinwald, portavoce dell’associazione cacciatori, non ha timori: «In Germania gli sciacalli sono ancora pochi, sono numerosi specialmente in Ungheria, ma si riproducono con velocità. Non hanno nemici, i lupi sono molto di meno, e preferiscono evitarli». Sono monogami, mangiano di tutto, dalle rane ai topi, agli scoiattoli. Nel marzo del 2017, hanno ucciso tre pecore nello Schleswig- Holstein, sul Baltico.
Un castoro sarebbe diventato mio vicino di casa a Berlino, nel parco del Castello di Charlottenburg, ma non sono riuscito a vederlo. In compenso, ho visto passeggiare per un viale una volpe. Anni fa la mia auto al mattino non partiva: una martora aveva rosicchiato i cavi elettrici, di cui, a quanto pare, questi animali sono ghiotti. I procioni, gli orsetti lavatori, piacciono ai bambini, ma sono una piaga se riescono a penetrare nelle soffitte o nelle cantine. Una dozzina di coppie evase da un allevamento grazie a una bomba durante l’ultima guerra, oggi i loro discendenti sono decine di migliaia.