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 2019  febbraio 28 Giovedì calendario

Biografia di Justin Bieber

Justin Bieber (Justin Drew B.), nato a London (Ontario, Canada) il 1° marzo 1994 (25 anni). Cantautore. Circa 140 milioni di copie vendute. Patrimonio netto stimato in circa 265 milioni di dollari • Ascendenze franco-canadesi per parte materna, tedesche e britanniche per parte paterna • Figlio di una ragazza madre, che, rimasta incinta a 18 anni, l’allevò a Stratford (Ontario) con l’aiuto della madre e del patrigno, coltivò comunque un buon rapporto col padre. «Il padre di Justin Bieber, Jeremy, riflette qualche secondo quando gli domando a che età si è accorto per la prima volta che il figlio possedeva talenti insoliti. “Verso i 3 anni, quando ha iniziato a suonare la batteria e a ripetere a memoria brani di libri e della Bibbia. Ha anche iniziato a leggere prestissimo”. “Amo la musica sin da quando ho memoria”, rivela Justin Bieber. “Da bambino, quando andavo in chiesa, mi avvicinavo sempre alla batteria. Mia madre capì che era una vera passione, e così, in un certo senso, mi ha assecondato, aiutato”, dice. […] La madre, Pattie Mallette, […] “comprava delle bacchette, così potevo suonare sul pavimento”, continua il cantante. “Quelle, se le poteva permettere: costavano solo 10-20 dollari; purtroppo, una batteria intera no”. […] “Mia madre ha fatto tutto quel che poteva per motivarmi”: così Bieber ricorda gli anni della sua formazione. “Invitava a casa gli amici che suonavano la batteria per mostrarmi come si faceva. Mi ha sempre sostenuto in tutto ciò che amavo fare”. Un’infanzia felice? “Sì, naturalmente. So che cosa significa non possedere molto denaro ed essere povero. Non mi succedeva spesso di ricevere abiti nuovi, e comunque i miei nonni erano di grande aiuto. Quando andavo al ristorante con mia madre, dovevo studiare il menù: potevo ordinare solo acqua e non altre bevande che costavano troppo. Io e mia madre ci dividevamo un pasto, perché non potevamo permettercene due”, ricorda» (Craig McLean). Ben presto, però, la sua vita cambiò completamente, grazie a YouTube. «All’inizio del 2007, quando aveva solo 12 anni, Justin partecipò a una gara scolastica cantando So Sick di Ne-Yo. La madre mise su YouTube il video di quella performance per permettere a parenti e amici di poterla seguire, e continuò a fare la stessa cosa ogni qualvolta il figlio registrava qualcosa di notevole, soprattutto cover di canzoni r&b, finché il ragazzo venne scoperto per caso da Scooter Braun» (Carlo Moretti). «Dopo l’enorme successo riscosso nel 2008 grazie a YouTube e ai video girati in casa, la madre ricevette una marea di offerte dal mondo dello spettacolo. Su consiglio divino, lei sostiene, pensò che il modo di presentarsi di Scott “Scooter” Braun fosse apprezzabile. E così, su indicazione del giovane imprenditore musicale americano, si trasferì con il figlio quattordicenne ad Atlanta» (McLean). Nella capitale georgiana, nell’arco di pochi giorni, Bieber trovò anche un produttore. «Non si erano mai visti due big della nuova musica soul americana come Usher e Timberlake sfidarsi tra di loro, scendendo in campo con tutta la loro credibilità, pur di mettere sotto contratto il ragazzino canadese. Alla fine l’ha spuntata Usher, che, dopo un’audizione con Antonio L.A. Reid, ha aperto a Bieber le porte della Island Records, diventando contemporaneamente suo produttore, e presentandolo così nella prima occasione pubblica: “Justin Bieber è un giovane fenomeno e rappresenta una vera priorità sia per me che per la Island Def Jam”. Talmente prioritario da voler partecipare di persona come attore nel video del primo singolo di Bieber, intitolato One Time. Usher ha visto davvero lungo, e non solo per il milione di copie vendute […] in poche settimane con il primo mini-album, My World, pubblicato alla fine del 2009. […] Bieber è stato infatti il primo artista debuttante nella storia delle classifiche di Billboard a piazzare contemporaneamente sette singoli tra le prime cento posizioni. […] Justin Bieber è la prima vera stella della generazione internet. Non a caso il suo primo album completo si intitola My World 2.0: con quel disco ha conquistato subito il primo posto della classifica americana, l’artista più giovane ad aver raggiunto quella posizione dopo Stevie Wonder nel 1963» (Moretti). Iniziò così, soprattutto grazie al pubblico femminile preadolescenziale e adolescenziale, il suo straordinario successo, consolidato, in un crescendo di idolatria, negli anni successivi: nel febbraio 2011 uscì nelle sale cinematografiche Justin Bieber. Never Say Never, «metà film-concerto ripreso in 3D nel corso della sua […] tournée sempre esaurita per l’America, e metà bio-agiografia della sua irresistibile ascesa da ragazzino di una piccola cittadina della provincia canadese a baby-star internazionale» (Silvia Bizio), che incassò 99 milioni di dollari in tutto il mondo; nel novembre 2011, il secondo album in studio Under the Mistletoe, primo album natalizio di un cantante maschile a debuttare al primo posto nella classifica statunitense; nel giugno 2012, il terzo album Believe, discretamente apprezzato dalla critica per il tentativo di evoluzione musicale del cantante verso uno stile meno infantile; a Natale 2013, il nuovo film-concerto Justin Bieber’s Believe, seguito meno fortunato di Never Say Never, in termini sia di incassi (circa 32 milioni di dollari nel mondo) sia di recensioni, per lo più negative; infine, nel novembre 2015, il quarto album in studio, Purpose, inteso dal cantante come un’ulteriore tappa nel suo percorso umano e artistico. «Purpose ha una copertina discussa. C’è una foto di Justin a torso nudo, mani giunte quasi a pregare, sul petto una croce tatuata e una (rovesciata) dipinta con vernice bianca. […] “La croce simboleggia Gesù. Penso che esista un altro posto nelle nostre vite e, volendo essere me stesso, mostro un viaggio che voglio fare. Se qualcuno mi vuole seguire, bene, altrimenti va bene lo stesso. Non sono come Gesù, ma vorrei poter essere come lui ogni giorno: era una persona straordinaria che aiutava la gente e la amava”. Il titolo dell’album racconta del momento difficile che ha attraversato nei tre anni dalla pubblicazione del precedente Believe. Il bambino dalla faccia d’angelo era diventato un teppistello con più di qualche guaio con la giustizia. “Non sapevo più chi fossi, avevo perso di vista lo scopo della mia vita… Ero assorbito dal lato del business della mia carriera, e il resto era routine: pensavo di aver perso l’amore per quello che facevo. Se ti senti lontano da quello che sei, è bene saperlo riconoscere. Ora sono in sintonia con me stesso: il mio scopo è essere un performer”. Guarda al suo passato con occhio critico. “Ero come una marionetta: facevo solo quello che dicevano gli altri, non avevo voce in capitolo su nulla. Ora controllo in pieno la mia carriera. […] Questo album per me è qualcosa di più grande delle vendite della prima settimana: penso che possa superare la prova del tempo”» (Andrea Laffranchi). «Secondo alcune indiscrezioni, il quinto album di Justin, dopo il successo di Purpose, darà ampio spazio alla fede, che negli ultimi anni è diventata un punto fermo nella vita del cantante» (Cristina Piccinotti) • Molto rumore intorno alle sue bravate, per lo più compiute intorno ai diciannove anni. «La fama non è un meccanismo semplice da gestire da grandi, figuriamoci quando hai un’età per la quale, negli Stati Uniti, devi falsificare un documento se vuoi comprare una birra. Per comprare una birra devi avere ventun anni; per diventare una celebrità mondiale e l’idolo delle adolescenti non c’è un’età minima. Forse dovrebbe. Forse essere famosi è uno stato talmente a rischio che per accederci dovrebbero servire nervi saldi ufficialmente certificati. Di sicuro è un amplificatore del quale nessuna “diciannovennitudine” è all’altezza. […] Justin Bieber ne aveva dodici quando mamma Pattie mise per la prima volta un suo video su YouTube, tredici quando un discografico lo notò e lo mise sotto contratto, diciannove […] quando è riuscito nel giro di pochi giorni a farsi arrestare due volte. Per aver aggredito un autista di limousine in Canada. […] E per essere stato fermato mentre guidava a Miami: le accuse sono di aver superato i limiti di velocità, di aver fatto resistenza all’arresto, di aver avuto una patente scaduta e di essere stato sotto l’effetto di alcol, marijuana e Xanax. […] Avrebbe, tra le altre cose, lanciato uova contro la casa di un vicino e scialato 75 mila dollari in spogliarelliste in una sola sera. […] Siccome è il ragazzino più visibile del mondo, è (testuale) “un pessimo esempio per i giovani americani” e deve essere cacciato dal Paese, secondo centomila cittadini statunitensi che hanno firmato una petizione (la regola dice che, se una petizione ha più di centomila firme, la Casa Bianca è tenuta a dare risposta: come se Obama non avesse cose più serie di cui occuparsi). […] Certo, uno psicoanalista direbbe che due arresti in una settimana sono un grido di aiuto, un tentativo di comunicare malessere, un segnale che va raccolto. Ma forse il segnale non è “Voglio morire giovane”: forse è “Voglio avere davvero diciannove anni”. […] Forse quel che la foto segnaletica con sorriso forzato di Justin Bieber ci sta dicendo è: “Non ne posso più di essere l’unico diciannovenne cui per una canna non tocca una sgridata dei genitori, ma una petizione alla Casa Bianca”» (Guia Soncini) • Dopo una lunga e tormentata relazione – iniziata nel dicembre 2010 e proseguita, tra numerose interruzioni, fino al marzo 2018 – con la cantante e attrice Selena Gomez (classe 1992), inframmezzata da numerose altre frequentazioni, nel settembre 2018 Bieber si è sposato in segreto con la modella Hailey Baldwin (classe 1996), figlia dell’attore Stephen Baldwin. «Lo ha fatto per Gesù. E poi, certo, più di dodici settimane non poteva resistere. Il che spiega perché abbia sposato la modella Hailey Baldwin tre mesi dopo averla incontrata di nuovo a Miami (erano amici da dieci anni), durante una conferenza del reverendo Rich Wilkerson Jr., lo stesso che aveva celebrato il matrimonio di Kim Kardashian e Kanye West. Justin Bieber, […] nella sua prima intervista rilasciata a Vogue America dopo due anni di silenzio stampa, ha spiegato che quando ha rivisto la nipote di Alec Baldwin ha capito quanto le fosse mancata. Era giugno del 2018: il 13 settembre erano già marito e moglie. Quel giovedì, si presume, hanno consumato il loro amore. Perché durante il fidanzamento-lampo i due innamorati sono stati casti. Justin, in realtà, praticava l’astinenza già da un anno. “È stato un modo per sentirmi più vicino a Dio – ha spiegato a Rob Haskell –. Non è che lui ti dica: non farlo, queste sono le mie regole. Ma tipo: sto cercando di proteggerti da qualcosa che ti porta dolore. Avevo un legittimo problema con il sesso”. È per questo che con Hailey ha voluto rimandare tutto a dopo le nozze (e quindi si capisce perché più di tre mesi non poteva aspettare). “Lei è stata la benedizione di Dio per me”» (Elvira Serra) • Grande passione per l’hockey su ghiaccio, a lungo praticato durante l’infanzia in Canada • «È musicista, atleta, ballerino, attore. Risolve il cubo di Rubik in meno di due minuti… Cosa non sa fare? “Non so suonare il violino. Il piano, la chitarra, la batteria, la tromba: quelli, li so suonare. Ma il violino no”» (Bizio) • «“Beliebers”: le fan di Justin Bieber si chiamano con una sola lettera di differenza da believer, la parola inglese per dire “credente”: Justin Bieber è l’oppio dei popoli, o almeno di quella parte dei popoli che ha ancora l’età per scrivere i ritornelli delle canzonette sul diario» (Soncini). Memorabili le parole che nell’aprile 2014 vergò sull’albo dei visitatori dell’«alloggio segreto» di Anna Frank, ad Amsterdam, scatenando comprensibili cori di indignazione: «Essere venuto qui mi ha davvero ispirato. Anna è stata una grande ragazza. Magari sarebbe stata una belieber» • Corpo ricoperto di tatuaggi. «“Più di cento ore di duro lavoro sul mio corpo, e non ne rimpiango nemmeno una. Sono innamorato dell’arte: ho fatto del mio corpo una tela, ed è molto divertente”. Sul suo petto oggi è facile distinguere un’aquila, un orso e tanti riferimenti al suo ritrovato rapporto con la fede. Dalla vetrata di una cattedrale gotica alla scritta “son of God”. […] “Gesù ha cambiato la mia vita”, ha fatto sapere. “Oggi sono libero dalla schiavitù e dalla vergogna. Io sono un figlio dell’altissimo Dio, e lui mi ama esattamente dove sono, come sono e per quello che sono”» (Stefania Saltalamacchia) • Iperattivo e seguitissimo sugli aggregatori sociali, da Facebook a Twitter a Instagram. «Fisico scolpito e tatuaggi, pantaloni neri e cappellino coordinato. Con questa foto […] Justin Bieber ha ricevuto in un paio di giorni oltre 7 milioni e mezzo di like. Un numero da record. […] Ma a ben guardare, nella foto, Justin manda un messaggio preciso. Sulle sue ginocchia, una copia aperta e ricca di appunti della Bibbia. La sta leggendo in aereo, al ritorno dalle sue vacanze in Messico. Il suo percorso spirituale è uno dei temi centrali del profilo Instagram del cantante. […] Ricorrenti anche i post in cui si mostra a guidare a petto nudo una grande auto, i selfie con la bocca aperta mentre mangia e altre immagini che, al contrario, sottolineano la vocazione da bad boy. Un cocktail di sacro e profano che sembra funzionare e attrarre sempre più fan, […] non certo casuale, ma frutto di una strategia di marketing. La sua capacità di passare da eccessi turbolenti a dichiarazioni d’amore tiene alto il livello di attenzione sui suoi profili social. Si cancella per poi tornare, si mostra nelle sue contraddizioni così come nella voglia di crescere» (Gaia Masiero) • «Will.i.am, il cantante dei Black Eyed Peas, è un “Belieber”, ossia un fan sfegatato di Justin Bieber. Ha contribuito al suo […] album Believe registrando una canzone con lui. Alla domanda se pensa che il ragazzo sia più che una semplice marionetta del pop, Will.i.am risponde: “Justin è una delle persone più ricche di talento con cui abbia mai lavorato. E ho lavorato con tanti cantanti: Mick Jagger, Whitney Houston, Bono, Michael Jackson”. Qual è il suo talento principale? “La capacità di suonare qualsiasi strumento. C’è ancora margine di crescita. Sfortunatamente ha esordito con l’immagine di un adolescente musicomane. Però bisogna ricordare che molti artisti si sono presentati così e adesso sono leggendari, come Michael Jackson. E, sia chiaro, non sto paragonando Justin a Michael Jackson”, aggiunge rapidamente. “Non intendo certo bestemmiare”» (McLean, nel 2012). «Bieber è uno di quelli che resistono alla rapida usura del successo adolescenziale: nella vita privata combina un sacco di guai, ma in musica alla fine vuole solo avere successo. Non vuole innovare, non ne ha bisogno: i suoi fan non glielo chiedono» (Gino Castaldo) • Nel 2015 dichiarò: «Come mi vedo fra vent’anni? Probabilmente i miei tatuaggi avranno qualche grinza. A quell’epoca non farò più musica, non andrò ancora in giro in tour… Canterò fino ai 35 anni, poi mi immagino dietro le quinte come autore o produttore» • «Promemoria per Justin Bieber. Per le giovani celebrità, la vita è un banchetto a sbafo. Quel che non ti dicono è che spesso l’ultima portata sei proprio tu» (Stephen King).