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 2019  febbraio 27 Mercoledì calendario

Il grande circo di Kim in trasferta

La limousine di Donald Trump, la Bestia, contro le guardie del corpo mezzofondiste di Kim Jong- un. Tutte le donne del dittatore, la sorella e la tenebrosa cantante. Il centro stampa della Casa Bianca sloggiato in tutta fretta dall’Hotel Melia, prima dell’arrivo del Maresciallo. Il summit di Hanoi deve ancora cominciare, stasera debutterà con la cena tra i due leader, luogo segreto, per poi entrare nel vivo domani con i negoziati al neoclassico hotel Metropole. Il lungo avvicinamento ha già dato una conferma: più che Usa- Corea del Nord, anche questo bis sarà soprattutto lo show di Trump e Kim. Tra bizzarrie e egocentrismi che peseranno non poco sull’esito.
Per ora la scena è tutta del dittatore, non per forza cercata. Una tv giapponese lo ha pizzicato: alla stazione di Nanning, poco prima del confine tra Cina e Vietnam, Kim scende di notte dal treno blindato per fumare. Più che astinenza, gli sarà permesso accenderla anche a bordo, forse la voglia di prendere fiato prima di tuffarsi nel cerimoniale. Dopo pochi secondi la sorella Kim Yo- jong lo raggiunge con un voluminoso posacenere di cristallo. Anche ad Hanoi sarà lei la sua ombra, a metà tra consigliere, capo dello staff e assistente.
Nella delegazione nordcoreana però c’è anche un’altra donna: l’imperscrutabile Hyon Song- wol, 41 anni, l’ugola del regime. Si dice fosse l’amante di Kim, con la moglie Ri Sol-ju, assente, non correrà buon sangue. Nel 2012 il Maresciallo l’ha scelta per guidare un gruppo elettro pop di sua creazione, la Moranbong Band, risposta alle Spice Girls e alle invidiate star sudcoreane. Il loro singolo Sosteniamo il comandante supremo con le armi ha steso molti. Ora però ha un ruolo politico, promuovere l’arte nordcoreana.
Gli scambi culturali sono uno dei dossier con cui Pyongyang e Washington proveranno a scaldare i rapporti. Scollinato in Vietnam, Kim ha replicato la scenografia delle guardie del corpo, energumeni in abito scuro che corrono a tenaglia attorno alla limousine. Ma è il suo ingresso a Hanoi che ha provocato un incidente. Il centro stampa della Casa Bianca era stato collocato al Melia, lo stesso hotel del dittatore. Scelta bizzarra, che però alcuni avevano letto come un’operazione simpatia di Kim. Peccato che poco prima del suo arrivo i reporter siano stati fatti sloggiare in tutta fretta. Svista o ripensamento?
Al confronto, Trump è stato silenzioso. Sceso dopo le 20 dall’Air Force One, ha twittato un ringraziamento e preso la strada del Marriott. Ovviamente a bordo della “Bestia”, la limousine Cadillac da 2 milioni di dollari. Quella però l’ha già ostentata a Singapore, facendolo salire Kim a bordo. Per Hanoi dovrà inventarsi altri colpi di scena.